La Corte di Cassazione ha recentemente emesso un’ordinanza (n. 32832 del 2023) che conferma l’orientamento riguardante i compensi per il lavoro straordinario dei dirigenti medici, anche di primo livello. Secondo quanto stabilito, il dirigente medico non può pretendere il compenso per il lavoro straordinario, a meno che non sia legato a servizi di guardia e pronta disponibilità, previa autorizzazione del datore di lavoro.
L’ordinanza ha dichiarato inammissibile un ricorso contro la decisione della Corte d’appello di Roma, che aveva respinto la richiesta di un dirigente medico di primo livello di ottenere il pagamento per il lavoro prestato oltre l’orario ordinario. Il ricorrente aveva basato la sua impugnazione sulla presunta violazione dell’articolo 36 della Costituzione e dei principi normativi europei in materia di giusta retribuzione per il lavoro straordinario.
La Corte di Cassazione ha ribadito che il lavoro straordinario dei dirigenti medici è compensato attraverso la retribuzione di risultato. Questo principio è stato precedentemente sottolineato nella sentenza n. 7921 del 2017. Inoltre, l’orientamento della Corte sostiene che non è possibile distinguere tra il superamento dell’orario per raggiungere gli obiettivi assegnati e quello imposto dalle esigenze del servizio ordinario.
La decisione riflette il principio di onnicomprensività del trattamento economico, che si applica al personale dirigente medico in posizione non apicale, rispondendo a esigenze comuni all’intera dirigenza. La Corte ha evidenziato che le norme contrattuali riconoscono la compensazione delle ore straordinarie solo per specifiche prestazioni aggiuntive, come le guardie mediche e la pronta disponibilità, previa autorizzazione del datore di lavoro.
L’ordinanza della Corte di Cassazione del 2023 conferma l’orientamento consolidato riguardo ai compensi per il lavoro straordinario dei dirigenti medici, sottolineando l’importanza della retribuzione di risultato e la necessità di autorizzazione per prestazioni aggiuntive. Un quadro che rispecchia le esigenze comuni dell’intera dirigenza medica.
Redazione NurseTimes
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