“L’invecchiamento della popolazione, con le crescenti esigenze di presa in carico e assistenza, impongono allo Stato e alla Regione di prendere in mano la situazione. E la prima mossa è garantire livelli di stipendio adeguati a figure professionali come infermieri e oss”. Così Anna Maria Bigon (Pd), consigliera regionale del Veneto.
“Gli attuali stipendi – prosegue Bigon – potrebbero corrispondere a un part-time, non certamente adeguati a un tempo pieno. Per questo si assiste a una fuga di personale all’estero, dove gli operatori sanitari sono pagati il triplo. Sono circa 30mila, infatti, gli infermieri italiani che già oggi lavorano fuori dai nostri confini. Stipendi medi di 1.500-1.600 euro al mese non corrispondono in modo giusto alle competenze e alle responsabilità richieste a queste figure professionali”.
Sempre Bigon: “Sono allarmanti i dati delle iscrizioni ai corsi universitari, crollate nel corso dell’ultimo decennio: nell’anno accademico 2012/2013 gli studenti erano oltre 44mila, mentre per il 2023/2024 poco più di 20mila. Un sostanziale dimezzamento”.
Conclude Bigon: “Abbiamo presentato una mozione per chiedere di investire 100 milioni a sostegno dei centri servizi residenziali per anziani, ma è stata bocciata. Questa somma serviva in parte anche per potenziare la retribuzione del personale, laddove possibile. Eppure per la pista da bob e per la Pedemontana i soldi ci sono. A restare indietro è sempre il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di chi ha difficoltà economiche. Continuerò a chiedere sostegni concreti per questi fondamentali servizi fino a quando non saranno assicurati”.
Redazione Nurse Times
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