“Ci fanno lavorare come se fossimo macchine: non ce la facciamo più. Il nostro mestiere prevede anche un rapporto comunicativo col paziente. Ci hanno fatto fare corsi appositi, sono venuti i professori della Bocconi a spiegarci l’importanza dell’equipe e di una giusta comunicazione. E poi che si fa? Si viene cronometrati quando si va a casa di un paziente. Un paziente, ricordo, che sta soffrendo, che può essere un malato oncologico o in cure palliative”. Maura Micheletti, della segreteria Fials, commenta sconfortata la singolare iniziativa riguardante gli infermieri in Versilia.
Un’iniziativa che si somma al sovraccarico di lavoro, compromettendo la qualità dell’assistenza: “Il nostro lavoro dovrebbe essere l’assistenza ai pazienti, spesso persone con problemi seri. E invece di chiedere agli operatori di prendersi cura di queste persone, si chiede conto delle tempistiche. Ma se il paziente sta male, se quel determinato giorno lo trovo a piangere nel letto, che devo fare?”.
E poi c’è il problema della mancanza di risorse. “La Versilia è un territorio che va rivisto e, soprattutto, sovvenzionato. Se vogliamo potenziare il filtro intermedio di infermieri e oss, lasciando al servizio ospedaliero la sola gestione dei pazienti acuti, bisogna stanziare le risorse adeguate”.
Redazione Nurse Times
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