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Cassazione conferma condanna per omissioni in atti d’ufficio da parte della guardia medica

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Con sentenza n. 11085 del 17 gennaio 2024 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un dottore di guardia medica per omissioni in atti d’ufficio. La pronuncia riguarda il caso di A.A.R., medico dell’Ausl Bologna, accusato di aver rifiutato di eseguire una visita domiciliare, con conseguenze fatali per il paziente.

La sentenza della Corte di Cassazione analizza dettagliatamente il comportamento del medico in servizio di guardia, sottolineando la gravità dell’omissione nell’adempimento dei doveri professionali. Nonostante i sintomi riportati dalla convivente del paziente indicassero chiaramente la necessità di un intervento urgente, il medico ha diagnosticato telefonicamente una semplice gastroenterite, ignorando i potenziali segnali di un infarto in corso.

La Corte di Cassazione ha stabilito che il rifiuto di atti di ufficio può configurarsi anche in assenza di un’immediata urgenza, poiché il medico è tenuto a valutare razionalmente la situazione e ad agire di conseguenza per garantire la tutela della salute del paziente. In questo caso l’elemento psicologico del reato è stato ritenuto integrato dalla consapevolezza del medico riguardo alla violazione dei suoi doveri professionali.

Tuttavia la Corte di Cassazione ha deciso di rideterminare la pena inflitta al medico, portandola da sei a quattro mesi di reclusione, e ha adeguato di conseguenza anche l’interdizione dalla professione medica. Questa decisione è stata presa in considerazione del principio di proporzionalità delle sanzioni e della necessità di garantire un trattamento sanzionatorio equo e adeguato al caso specifico.

La sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un importante precedente giurisprudenziale nel campo della responsabilità professionale dei medici e della tutela della salute pubblica. Confermando la condanna per omissioni in atti d’ufficio, la Corte ha sottolineato l’importanza del rispetto dei doveri professionali da parte degli operatori sanitari e ha stabilito criteri chiari per valutare la gravità delle condotte omissive.

La sentenza

Redazione Nurse Times

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