Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Loredana Peretto (Federazione Migep) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss).
Siamo molto preoccupati riguardo al piano proposto da Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia. Un piano che mira a colmare la carenza di personale, ma sta indebolendo il Servizio sanitario nazionale, seguendo la sua “missione” di reclutamento di personale estero, utilizzando a tale scopo risorse e mezzi per avviare i corsi di formazione. L’iniziativa rappresenta un affronto alle migliaia di professionisti socio-sanitari già presenti nel Ssn.
Abbiamo sempre creduto e crediamo tuttora che sia essenziale considerare le competenze e le professionalità già presenti nel nostro Paese. L’esperienza della pandemia, troppo spesso dimenticata, ha mostrato quale forza possa garantire l’operatore socio sanitario nel superare un’emergenza di proporzioni immani. Gli oss, dopo essersi presi qualche merito, restando sempre all’ombra degli infermieri, sono stati di fatto abbandonati, e molti sono stati lasciati a casa senza neanche un “grazie”.
Questi operatori si prodigano ogni giorno per assicurare alla popolazione l’assistenza richiesta, sopperendo alla crescente carenza di personale, soli con le proprie forze e grazie all’affetto dei cittadini assistiti, mantenendo dove possono un elevato standard di qualità nelle cure.
In qualità di Migep – Stati Generali Oss vogliamo che si torni a guardare al futuro dell’operatore socio-sanitario, a investire in formazione per garantire ai cittadini, di oggi e di domani, l’assistenza che meritano. Serve intervenire subito soprattutto nella riqualificazione dell’oss. La proposta avanzata da Bertolaso va a tutto discapito dei cittadini e dei professionisti socio-sanitari italiani, con tanti ostacoli significativi che richiedono la massima attenzione.
È un vero controsenso che, dopo quanto appena ricordato del periodo pandemico, una figura come quella dell’oss non sia inserita nell’area sociosanitaria, nel ruolo sociosanitario, ma venga considerata figura d’interesse sanitario (tecnico) e sia ancora privata di un registro nazionale unico (collegio). È un controsenso che si pensi a “importare” infermieri dall’estero, quando si potrebbe aprire agli oss la frequentazione di corsi di riqualificazione e aggiornamento che permettano loro di ampliare le competenze professionali, richieste quotidianamente soprattutto nelle Rsa. Il reclutamento internazionale, lo ribadiamo, rappresenta un affronto a tutte le professionalità Italiane presenti nel settore sanitario e sociosanitario.
Per legge la nostra Federazione Migep – Stati Generali non conduce “trattative”: purtroppo non siamo rappresentativi come gli ordini infermieristici, ma partecipiamo su alcuni tavoli regionali per promuovere un percorso di valorizzazione dell’operatore socio-sanitario e per assicurare a questa professione una risposta adeguata al suo futuro.
È fondamentale garantire la qualità e l‘efficienza dei servizi sanitari e sociosanitari dedicati alla collettività, queste soluzioni affrettate e non ponderate potrebbero compromettere la stabilità non solo dell’operatore socio-sanitario, ma di tutte le professioni, oltre la qualità del nostro sistema assistenziale.
Ora, però, non c’è più tempo! La politica deve avere la forza di decidere quali sono gli impegni da prendere per questa figura. Noi ci saremo e le capacità arrivano dai 10.181 iscritti al Registro nazionale dell’oss. È per questo che è importante raggiungere 50mila iscritti, come previsto dalla Legge Lorenzin: rimediare a ciò che la politica al momento non offre, affinché si possa mettere un oss ai tavoli tecnici ministeriali e regionali, in modo da spingere il Governo a rivendere tutti i profili sanitari, compreso finalmente quello degli operatori d’interesse sanitario (gli oss). Tenuto conto che il ruolo dell’istituzione Stati Generali è strategico per tutta la professione oss. Bisogna arrivare ai 50mila iscritti, così potrà veramente cambiare il vento.
Redazione Nurse Times
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