“Le infermiere e i medici dell’ospedale di Lavagna hanno assistito mio marito a casa per sei mesi. Tutti i giorni. Lo hanno fatto fuori dal loro turno di lavoro, per dedizione, per rinfrancara anche la mia disperazione. Quando lo hanno dimesso, aveva bisogno di essere ricoverato in una Rsa per una lunga riabilitazione, ma non c’è stato verso di trovare un posto, neppure a pagamento. Il mio terrore era che potesse morirmi tra le braccia senza che io riuscissi a fare nulla. Invece, grazie a loro, siamo qui. Con i nostri problemi, ma ancora insieme. E lo dobbiamo ai professionisti che hanno preso a cuore la nostra situazione”.
Adele ha 86 ani e vive col marito Pietro (i nomi sono di fantasia), che ne ha 87, a Ne, piccolo borgo della provincia genovese. Poche settimana fa ha preso carta e penna e si è messa a scrivere. “Ho scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Gli ho scritto dei problemi di mio marito, dei mesi difficili in ospedale e delle cure a casa. E degli angeli che ci hanno permesso di superare tutto questo. Quando ho imbucato quella lettera, il giorno dopo, ho pensato che non l’avrebbe mai letta”.
Ma si sbagliava, Adele, e si commuove, memntre tiene stretta una lettera tra mani e petto: “Pochi giorni fa ho ricevuto questa raccomandata. E’ la risposta del presidente, capite? Mi ha ringraziato e mi ha invitato a scrivere la stessa lettera alla Prefettura di Genova, perché i professionsti che mi hanno assistito in questi difficili mesi possano ricevere un’onorificenza”.
Se Adele può raccontare la sua storia, lo deve soprattutto agli infermieri, ai geriatri e ai fisioterapisti dell’assistenza domiciliare dell’Asl 4, che hanno asssitito l’anziana coppia fuori dall’orario di lavoro, sottraendo tempo alle proprie famiglia. Per puro senso di responsabilità e per la passione che, nonostante i turni infiniti e le difficili condizioni lavorative, muove quotidianamente ognuno di loro.
“Pietro era stato a Lavagna per le complicazioni di alcune piaghe – spiega Daniela Mortello, direttrice dei distretti di Asl 4 -. L’uomo, già fragile, era costretto a letto. Il ricovero si è protratto per alcune settimane, con un trasferimento all’ospedale di Sestri Levante e il rientro a Lavagna. Poi è arrivata la dimissione”.
Pietro avrebbe dovuto affrontare un lungo periodo di riabilitazione e cure a casa. “A quel punto le infermiere hanno capito che l’anziana moglie non avrebbe potuto seguirlo. E così hanno deciso di assistere la coppia anche a domicilio, fuori dall’orario di lavoro. I primi tempi abbiamo assistito Pietro nella sua abitazione di Ne, che però è molto distante dall’ospedale di Lavagna. Così le infermiere e i medici hanno organizzato il trasferimento in una casa della coppia a Lavagna, vicino all’ospedale”.
Prosegue la dottoressa Mortello: “Oggi (ieri, ndr) di celebra la Giornata internazionale dell’infermiere. E questo è un messaggio per tutti i professionisti: le cure a domicilio rappresentano il nostro futuro. Le regole del Pnrr prevedono che entro il 2025 il 10% degli anziani possa essere seguito a casa, senza ricovero. Noi siamo già al 12%, forse anche di più, perché ci prendiamo cura anche di chi non può provvedere da solo”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Secolo XIX
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