Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da Antonio Squarcella (segreteria nazionale SHC OSS) e indirizzata al ministro della Salute, alle forze politiche e a tutti gli assessori regionali.
La scrivente O.S. denuncia l’ennesimo “sgarro” verso gli operatori socio sanitari. La Legge nazionale di bilancio per il 2024 (L. n. 213/2023) esclude tutti i profili non sanitari compresi gli OSS, amministrativi, operatore tecnico, puericultrici, etc., spesso coinvolti nelle prestazioni oggetto del presente accordo; concernenti le prestazioni aggiuntive del personale sanitario e relative risorse economiche 2024 al fine di fronteggiare la carenza di personale sanitario nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario Nazionale (SSN), di ridurre le liste di attesa ed il ricorso alle esternalizzazioni. Tale incremento riguarda, dal 2024 al 2026.
Ancora una volta gli operatori socio sanitari, e tutti quei profili non considerati sanitari, ma che operano nel sistema sanitario assistenziale, non sono inclusi tra le professioni facenti parte del SSN che potrebbero fruire di tale beneficio. Tale mancanza, oltre a rappresentare un grave segno d’ingratitudine da parte della politica, si evidenzia un’ingiustizia nei confronti di queste professioni che hanno sacrificato tanto durante l’emergenza sanitaria.
Queste professioni sono la colonna dell’assistenza, come l’oss, una professione che nessuno vuole vedere, e conoscere, forse questa professione è sempre meno visibile dalle istituzioni che diventano insensibili ai loro problemi.
Ci dispiace molto che le istituzioni non si rendono conto della reale importanza di questa professione, ma considerata solo una forza lavoro in sostituzione dell’infermiere dove deve dare continuità alle prestazioni assistenziali e a garantire un adeguato livello di prestazioni in aiuto del medico e dell’infermiere per il contenimento dei tempi di attesa senza diritti.
La categoria oss è stanca nel vedere sminuita la propria professione, e reclama riconoscimenti, un salario adeguato ai carichi di lavoro cui è costretta per sopperire alla carenza di personale, sia quello infermieristico sia di personale oss.
La scrivente chiede che si preveda con la disposizione di legge, regolamenti o atti regionali che l’operatore socio sanitario, amministrativi, puericultrici, operatore tecnico e altre figure siano considerati nelle prestazioni aggiuntive, garantendo il diritto anche a questi lavoratori di avere quanto è di dovuto. E’ fondamentale che questi operatori siano adeguatamente riconosciuti e trattati con rispetto e gratitudine che merita per il loro impegno e sacrificio soprattutto dimostrato anche durante la pandemia.
E’ necessario agire prontamente per garantire che i diritti di questi operatori siano riconosciuti e che si vada a colmare questa grave lacuna nell’ambito della legge di bilancio. E’ oltremodo importante l’apertura di un confronto per il monitoraggio dell’applicazione per definire, in trasparenza, le modalità, e le prestazioni conseguenti all’accordo anche verso gli operatori socio sanitari.
Redazione Nurse Times
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