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SHC OSS: “Preoccupati per reclutamento di personale all’estero ed elenco speciale straordinario Opi”

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Accusata di essere una falsa oss, ma era stata truffata: assolta 30enne
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Antonio Squarcella, segretario nazionale del sindacato SHC OSS.

La scrivente organizzazione sindacale SHC OSS legge con estrema preoccupazione la bozza di intesa tra il ministero della Salute e la Conferenza Stato-Regioni, tutt’ora in esame al ministro della Salute, sulle assunzioni di personale sanitario e di operatori sociosanitari dall’estero, dove istituisce fino a 31 dicembre 2025 l’elenco speciale straordinario anche per l’operatore socio-sanitario sotto gli Ordini infermieristici, ma nella realtà l’elenco speciale straordinario per operatori socio-sanitari sarà in via “permanente” presso gli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, indipendentemente dalla provenienza dell’ attestato di qualifica.

È condivisibile la preoccupazione degli Stati Generali Oss, organo politico di consultazione e rappresentanza degli operatori socio sanitari, che hanno lanciato un appello verso tutta la professione oss a esprimere la più totale disapprovazione, poiché l’oss non può acquisire le discipline degli ordini degli infermieri e l’iscrizione alla cassa previdenziale non essendo un sanitario ma solo un operatore di “interesse sanitario”. Tale principio è in contrasto con le attuali leggi 3/18 – Dm 73/2021.

Apprezziamo gli sforzi messi in campo dal ministro della Salute per rafforzare le richieste di personale rispondendo in modo sostenibile alle esigenze dei cittadini. La carenza di personale è un problema serio, come sindacato di categoria SHC OSS solleviamo importanti questioni, sottolineando che queste soluzioni a tampone non sono la soluzione e non valorizzano l’operatore socio-sanitario. Il reclutamento dall’estero rischia di incentivare ulteriormente l’emigrazione, inoltre sottrae risorse ai paesi interessati con grossi problemi etici e non va a tutelare la salute dei cittadini.

Come, è paradossale, i toni di entusiasmo con cui l’assessore alla Sanità, Guido Bertolaso, annuncia l’arrivo di 500 infermieri sudafricani: ccome curare un raffreddore con lo sciroppo di fragola. Questo dimostra una pericolosità e sconfessa l’atto di indirizzo delle Regioni sul nuovo contratto, dove indica una priorità di risanare la carenza di personale partendo dai nostri professionisti.

Oggi la sanità si basa solo sui proclami di politici e assessori, come sempre leggiamo un’enfasi di gladiatori come il governatore Attilio Fontana e l’assessore Bertolaso a trionfi di battaglie combattute su campi vuoti, annunciando con orgoglio la “nuova campagna acquisti”. Nel leggere i contenuti della campagna, non possiamo che riflettere sul fatto che i vertici del Governo sono a corto di idee.

Rispetto per gli infermieri del Paraguay e dell’Argentina, ma riteniamo paradossale che, mentre si cerca di tappare le falle con professionisti che di fatto non conoscono la nostra lingua e le regole del nostro sistema sanitario, non si riesca in alcun modo ad arginare la fuga dei nostri infermieri, medici e oss, che indeboliscono sempre di più la nostra sanità a discapito della qualità nella tutela del cittadino.

Gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, sono indispensabili, e non smetteremo mai di dirlo. Ed è immaginabile non pensare che una politica non vuole ricostruire il nostro sistema sanitario, da Nord a Sud, senza valorizzare concretamente le forze che possediamo in casa, facendo scorrere le graduatorie degli operatori socio-sanitari, creando un cambio generazionale, una formazione adeguata a livello europeo e aggiornamento continuo per gli oss.

Da una parte il Governo promette di abbattere le liste di attesa e di cancellare i tetti di spesa dei professionisti, dimostrando di aver compreso che solo incentivando i nostri professionisti, ma pensiamo che siano solo parole, poiché in prospettiva vediamo enormi dispendi di energia, poiché il nostro sistema sanitario si muove a rilento ed è ingabbiato nel totale caos della politica aziendale, nel deficit della disorganizzazione e nei disagi che il cittadino sta incontrando.

La politica pensa solo a ingaggiare professionisti, presentando il suo progetto che risolve tutti i mali, ma soprattutto sconfessando quanto le Regioni hanno espresso nell’atto di indirizzo nel nuovo Contratto, agendo sulla leva contrattuale restituendo la serenità psico-fisica ai nostri professionisti.

Con questo modus operandi, ci si concentra solo sull’importare operatori dall’estero, con grave sbilanciamento in negativo sulla qualità dell’assistenza, nel sottopagarli, senza contare nel medio e breve termine imparare la nostra lingua, conoscenze diverse e complesse dalla nostra cultura, premiandoli e relegarli in un elenco speciale straordinario assorbiti sotto gli ordini infermieristici con una quota associativa pari agli infermieri.

In ottemperanza a quanto proposto dalla bozza si rileva un contrasto al D.L. 34/2021, e riteniamo che l’elenco speciale straordinario degli oss dovrà essere istituito all’interno del Ruolo sociosanitario e non presso l’Ordine di una professione diversa e distinta dagli oss (come previsto dalla L. 3/2018).

Quanto tempo i politici, Bertolaso, Fontana, pensano che questi operatori resteranno in Italia, quando a pochi chilometri c’è sempre la Svizzera pronta a dargli il doppio di stipendio? Prendiamone atto e valorizziamo e incentiviamo i nostri giovani a restare in Italia.

Come organizzazione sindacale oss, ci rivolgiamo a tutti gli operatori socio-sanitari, chiedendo di non essere assorbiti da nessun’altra professione, e per farlo bisogna istituire il proprio registro nazionale, poiché la bozza di intesa Stato-Regioni sta cercando di spingere il Governo a porre l’operatore socio sanitario all’interno dell’ordine professionale infermieristico.

Per continuare a stare e essere autonomi e quello di costituire attraverso gli Stati Generali, il registro nazionale poiché la politica sta coordinando una proposta nel riformare complessivamente i profili secondo la Legge 3/18, dove è richiesta la strutturazione di un organo che possa interagire come previsto dalla Legge 3/18. È importante per l’oss stare all’interno dei tavoli sulla riforma delle professioni.

Questo tema non può essere preso superficialmente, ma deve dare la possibilità di essere coesi e di remare tutti quanti verso il registro nazionale, al di la delle problematiche all’interno dei propri ospedali, all’interno delle Rsa, all’interno di tutte le realtà lavorative che sono molto complicate. Chi fa il nostro mestiere capisce quanto è complicato.

Cerchiamo di essere uniti, siamo più di 300 mila operatori e potremmo davvero istituire una categoria professionale degli operatori socio-sanitari, come quella degli infermieri. Invitiamo tutti i colleghi a esprimere la loro contrarietà attraverso una missiva rivolta alle istituzioni, poiché si sta dando la gestione degli oss in mano agli infermieri, in completa contradizione con l’area sociosanitaria e col ruolo sociosanitario istituito con Decreto legislativo Sostegni bis del 2021.

Redazione Nurse Times

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