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Palermo, simulavano la somminstrazione del vaccino anti-Covid in cambio di soldi: condannate due infermiere

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Palermo, simulavano la somminstrazione del vaccino anti-Covid in cambio di soldi: condannate due infermiere
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Due infermiere dell’Ospedale Civico di Palermo sono state condannate a sei anni di carcere ciascuna per aver simulato, in cambio di denaro (da 100 a 400 euro per dose), la somministrazione del vaccino anti-Covid all’hub della Fiera del Mediterraneo, dove prestavano servizio straordinario durante l’emergenza pandemica. Si tratta di Giorgia Camarda e Anna Maria Lo Brano, accusate di aver buttato in una garzia alcune dosi, anziché iniettarle, permettendo così agli interessati di ottenere comunque il Green Pass.

Oltre alle infermiere sono stati condannati l’attivista no vax Filippo Accetta (quattro anni e sei mesi) e Giuseppe Tomasino (quattro anni e quattro mesi), che avrebbero pagato pur di sottrarsi al vaccino. Al termine del processo, che si è svolto con il rito abbreviato, il giudice ha anche disposto un risarcimento (5.000 euro) per l’Ordine delle professioni infiermieristiche di Palermo, per l’Ospedale Civico (la somma dovrà essere quantificata davanti al Tribunale civile) e per cinque persone che si sono costituite parte civile perché non vaccinate a loro insaputa (7.500 euro complessivi).

I fatti risalgono al periodo compreso tra dicembre 2021 e gennaio 2022. A incastrare le infermiere, i video delle telecamere piazzate dagli agenti della Digos, da cui è emerso chiaramente che il vaccino veniva iniettato non nel braccio dei cittadini, bensì in alcuni batuffoli di cotone. Lo Brano, durante l’interrogatorio, aveva ammesso le proprie responsabilità, spiegando di aver agito così perché le servivano i soldi per gli studi universitari del figlio. Camarda, invece, sarebbe stata spinta da una ferrea convinzione no vax (si faceva persino il segno della croce prima di procedere), tale da arrivare a non vaccinare anche persone che il vaccino lo volevano.

Redazione Nurse Times

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