Di seguito la lettera inviata al governatore siciliano Renato Schifani e all’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, da Antonella Squarcella (SHC), Angelo Minghetti (Federazione Migep) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss).
Apprendiamo che l’assessore alla Sanità della Regione Sicilia vuole completare entro l’anno l’eleminazione di reparti doppi e la trasformazione di alcuni piccoli presidi, aumentando le aree di emergenza, e saranno istituiti dei pronto soccorso nelle cliniche private per riceve cittadini stabilizzati dai pronto soccorsi pubblici.
Questa programazione necessita di approfondimento, poiché biosgna ridisegnare il sistema sanitario risolvendo anche le criticità del passato, e siamo molto preoccupati, se la politica intende attuare questa manovra, non fa altro che svendere completamente il sistema sanitario pubblico, senza contare che il cittadino sarà sbalottato da un pronto soccoro ad un altro pronto soccorso.
Pensare di compensare la carenza di personale riducendo i reparti avremo un crollo del sistema assistenziale pubblico che è già al collasso. Ci domandiamo, come si intende otimizzare l’assistenza se a livello regionale si parla di carenza di personale? La Regione Sicilia intende reclutare personale dall’estero?. La Regione come intende porsi sulla carenza di operatori socio sanitari? Ma sopratutto, come si pone la Regione Sicilia sulla automia differenziata?
Riteniamo che è in tutta questa manovra potrebbero verificarsi ulteriori scenari peggiorativi nella assistenza e nella formazione oss. L’esigenza e l’urgenza che abbiamo, non possiamo ignorarla, e svendere per questo il sistema sanitario assitenziale. Bisogna ridisegnare una sanità a misura di persona, che sia capace di rispondere ai bisogni dei cittadini e migliorare gli ambienti che vivono i lavoratori che metteno a rischio la loro incolumità.
Inoltre, le scriventi chiedono alle S.V. chiarimenti riguardo le procedure di mobilità volontaria, con esplicito riferimento alla categoria degli operatori socio-sanitari; riteniamo che occorra porre attenzione sull’eccessiva lentezza da parte delle aziende sanitarie siciliane nel portare a conclusione dette procedure obbligatorie. Infatti, dobbiamo constatare come i pochi avvisi emanati non siano stati ancora conclusi nonostante la grave carenza di operatori socio sanitari con un sistema della salute ormai al collasso totale.
Nel contempo, però, si assiste all’emanazione continua di avvisi a tempo determinato per sostituzione o ad incarichi anche con forme flessibili o procedure di mobilità per comando attraverso clik day che mal si conciliano con il principio di trasperenza dei concorsi.
Apprezziamo lo sforzo di reperire giovani risorse per colmare le gravi carenze di organico e garantire i famosi Lea alla luce degli ultimi accordi (Decreto Milleprorghe) tra questa la Regione con la L. 234/21 art. 1 co. 268, che, estende i requisiti per la stabilizzazione fino al 31/12/2025.
Tuttavia, proprio l’ estensione dei predetti a nostro avviso presenta due insidie;
- crea più precariato, mettendo a rischio i servizi essenziali;
- il concreto rischio di impantanare o in molti casi bloccare di fatto le forme di reclutamento ampiamente sopra esposte.
Riteniamo che invocare lo stato d’emergenza, finito da due anni, per reclutare un numero limitato di risorse, sia assolutamente inadeguato a colmare la carenza ormai cronicizzata di personale Oss.
E’ acclarato che la figura dell’oss ha un ruolo centrale all’interno del piano assistenziale stante la sempre più esigua presenza dell’infermiere. La crisi pandemica ha mostrato in modo spietato tutta la criticità dell’attuale sistema sanitario, centrato non solo sugli ospedali, ma anche sul territorio, Rsa i quali tutt’oggi non reggono l’enorme mole di richiesta dell’utenza, con la conseguente fuga di infermieri, medici e oss verso altre realtà lavorative.
Non servono più interventi tampone, ma è necessario provvedere immediatamente in primis ad implementare la carenza di professionisti a tempo indeterminato che operino sia nei P.O. che nell’assistenza domiciliare in modo da consolidare un numero adeguato tra ospedali e servizi territoriali. Solo così il Ssr potrà dirsi adeguato ad offrire un servizio al cittadino secondo principi di equità, globalità e universalità sanciti dalla riforma del Ssn n. 833/1978.
Per i motivi sopra esposti e in linea con gli obbiettivi strategici già approvati, chiediamo di fare chiarezza affinchè si concludano in tempi celeri le procedure oltre al reclutamento del personale socio sanitario attraverso le mobilità regionali e interregionali in attuazione della Legge 165/2001, e si chiede anche chiarimenti sullo scorrimento delle graduatorie. Ciò consentirebbe di avere personale con esperienza, adeguatamente formato evitando la dispersione di queste preziose risorse.
Se la manovra esposta dall‘assessore sulla nuova riforma del sistema sanitario regionale deve rispondere alle richieste del Ministero della Salute, con la previsione di case di comunità, ospedali di comunità e poliambulatori secondo il DM 77, è essenziale conoscere i parametri specifici per determinare il fabbisogno di oss in queste nuove strutture ci descriva il documento reso noto da alcune testate.
La questione del fabbisogno di oss emerge come una sfida critica nell’era post- pandemica, il tavolo tecnico istituito che deve affrontare questa problematica, se ha identificato degli indicatori scientifici che possano inquadrare in modo reale la situazione: e si richiede un approccio attento e basato sui dati concreti. La mancanza di personale non solo impatta negativamente sulla qualità dell’assistenza, ma, genera anche i bisogni assistenziali “inascoltati”. È necessario un approccio completo. Una formazione robusta e una programmazione significativa con un modello organizzativo valido, sono la chiave per rimuovere non solo le assunzioni, ma anche l’elevazione della professionalità dell’oss.
Le scriventi chiedono chiarezza, poiché pensare di ridurre posti letto, di ridurre reparti, ridurre personale per contenere la spesa sanitaria attraverso risparmi/riduzioni degli sprechi, mantenendo contemporaneamente lo stesso modello di organizzazione sanitaria (essenzialmente clinico-ospedaliera) è uno sforzo vano. Tutto ciò richiede un netto cambiamento del modello di organizzazione sanitaria, più orientata alla prevenzione, centrata sulla persona, basata sulle cure primarie e sulla sanità d’iniziativa.
Considerando anche che il DM 77 prevede dal 2021 al 2026 la costituzione delle case di comunità, degli ospedali di comunità, e una serie di poliambulatori, vorremmo capire precisamente quanti di queste strutture e quanti PTA (presidi territoriali assistenziali) siano state previste e quanti oss è previsto per ogni comunità.
Ciò che non comprendiamo è come si possa riempire un vuoto legislativo sulla carenza del personale oss, con numeri nettamente inferiori, come previsto dal Decreto ministeriale che indica gli standard assistenziali obbligatori a livello nazionale indirizzando i requisiti minimi, quindi, con grosse difformità dove la Regione Sicilia ha istituito uno squilibrio tra fabbisogno e formazione, e senza indicatori scientifici sul rapporto operatore-posti letto nelle strutture pubbliche e private senza il reale fabbisogno degli oss sul territorio della Sicilia.
La risposta a questa sfida che la Regione Sicilia intende adottare influenzerà direttamente la qualità dell’assistenza sanitaria e socio sanitaria offerta alla popolazione, dove non viene preso in considerazione la bassa, la media e l’alta intensità e la dotazione organica per stabilire il personale necessario e adeguato, richiedendo azioni concrete e un impegno congiunto da parte di istituzioni e organizzazioni del settore decongestionando il servizio pubblico.
Questo tema sulla nuova geografia del sistema sanitario della Regione Sicilia investe con la massima attenzione le nostre segreterie, unitariamente gli stati generali degli oss e tutti i professionisti sanitari e socio sanitari compresso gli oss. Le scriventi chiedono di partecipare al processo di redazione della nuova geografia del sistema sanitario fornendo alla Regione il necessario punto di vista dei lavoratori oss (operatori socio-sanitari) che ogni giorno sono in prima linea per offrire servizi sanitari ai cittadini.
Redazione Nurse Times
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