Un recente report realizzato da Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia) e Umem (Unione medica euro-mediterranea) evidenzia il pericolo di un vero e proprio esodo verso l’estero dei professionisti sanitari. Un esodo già in atto, a dire il vero, con una classifica che, per quanto riguarda medici e infermieri in fuga dall’Italia (circa 6mila in tutto), vede sul podio le regioni settentrionali (su tutte la Lombardia, seguita da Veneto e Piemonte).
Il fenomeno, però, riguarda anche le regioni meridionali. Tra queste, la Sicilia, dove 200 medici e 100 infermieri si sono rivolti alle due associazioni per informarsi sulla possibilità di trasferirsi all’estero. Si tratta soprattutto di anestesisti, radiologi, ortopedici, medici di famiglia, medici dell’emergenza-urgenza, chirurghi plastici, chirurghi generali, neurochirurghi, neurologi, ginecologi, pediatri. Tutti attratti da stipendi più alti e, in generale, dacondizioni di lavoro più dignitose.
Parliamo dunque di 300 professionisti, che collocano la Sicilia tra le regioni con un trend in crescita. Un trend che rischia di portare al collasso il sistema sanitario isolano, già alle prese con gravi deficit strutturali.
Quanti, invece, i medici e gli infermieri che compiono il percorso inverso, venendo in Italia dall’estero? Non pochi. Nel 2023 sono aumentati notevolmente, raggiungendo quota 100mila (contro i 77mila di quattro anni fa), complice l’apertura del periodo pandemico. Arrivano nel nostro Paese soprattutto dall’America latina (Argentina, Venezuela, Cuba, Cile, Perù), ma anche dall’Africa settentrionale (Marocco, Tunisia, Algeria) e dal Medio Oriente (Giordania, Palestina).
In pochi, però, scelgono la Sicilia. La maggioranza dei medici e degli infermieri stranieri si trovano a Roma e nel Lazio (8mila).
Redazione Nurse Times
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