In alcuni momenti della mattinata di martedì 29 ottobre al Pronto soccorso dell’ospedale Galliera di Genova si è toccato un picco di 30 ambulanze ferme fuori ad attendere l’ingresso. Alcune erano lì già dalle 7, e alle 11:30 non avevano ancora potuto lasciare i pazienti all’interno, dove c’erano oltre 100 persone, di cui 90 in cura e 12 in attesa.
E non va meglio all’ospedale San Martino, dove in Pronto soccorso gravitano anche 150 persone, con una trentina di codici rossi e il bollino di “sovraffollato”. Stesso discorso per Villa Scassi, sempre a Genova, dove tra persone in cura e in attesa si arriva quasi a 100.
“I motivi del sovraffollamento sono due – ha commentato a Primocanale il direttore del Pronto soccorso del Galliera, Paolo Cremonesi -. Il primo è il territorio che non drena e scarica sull’ospedale tutti i bisogni, anche di media e bassa intensità. Il secondo, ma più importante, sono le persone che stanno giorni in barella al Pronto soccorso, in attesa di avere il posto letto per essere ricoverati”
E ancora: “Queste 30-50 persone impegnano il personale medico infermieristico a seguirli, perché ogni pronto soccorso ha due o tre reparti al suo interno. Il personale si deve dedicare a questi e ritarda a prendere in cura chi deve essere visitato. Si forma quindi un tappo pericoloso per la parte clinica e un importante sovraffollamento. Se non togliamo le barelle dai pronto soccorso, la situazione peggiorerà con l’arrivo del freddo e dell’influenza”.
Redazione Nurse Times
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