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12 mesi di attesa per una Tac, paziente si rivolge ai carabinieri

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Un anno di attesa per la Tac, non ci sta e chiama i carabinieri
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E per fortuna che sulla prescrizione era specificato che l’esame era da farsi in tempi rapidi…

Una storia assurda, che sbatte in faccia agli utenti del SSN i tempi di attesa biblici che, per effettuare degli esami diagnostici, bisogna aspettare. Tempi per cui si può anche morire di vecchiaia. Stavolta è capitato a Ventimiglia (Imperia) dove una signora 70enne, affetta da gravi problemi di deambulazione, si è vista prenotare una tac per il luglio del 2019.

Queste le sue parole, riportate da Il Secolo XIX: L’ortopedico di turno la scorsa settimana nell’ospedale di Sanremo ha disposto una Tac e alcune ecografie perché ho sempre forti dolori alla spalla destra e alla testa a causa della mia malattia che crea complicazioni continue a muscoli e ossa. È stato gentilissimo, ma quando ho telefonato al call center delle prenotazioni mi è stato risposto che l’Asl poteva sì fissare l’ecografia il 26 luglio però la Tac non poteva essere effettuata prima del luglio del 2019. Un anno esatto dopo. Vero che non fosse urgente, altrimenti l’ortopedico lo avrebbe indicato nella sua richiesta, ma il medico aveva prescritto che comunque la Tac si facesse in tempi rapidi. Data la mia malattia, non riesco a camminare bene, cado spesso, devo essere controllata di frequente”.

La donna, sentendosi presa in giro, si è rivolta ai carabinieri. Anche perché, come spiega, “Viviamo con la pensione di mio marito e devo spendere cento euro al mese di farmaci perché lo Stato non mi aiuta”. E ora per svolgere l’esame diagnostico dovrà sborsare altro denaro, visto che non ha nessuna intenzione di aspettare un anno e si rivolgerà per forza di cose a un privato.

Ho dovuto rivolgermi ad una struttura privata che mi ha garantito la visita per la Tac pochi giorni dopo. Tanti pazienti si trovano nella mia stessa situazione medica ed economica e sono costretti a pagare visite private” ha concluso.

Povero SSN… E poveri utenti. Altro che “paziente al centro”…

Alessio Biondino

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