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Vite protesica rinvenuta nel ginocchio di una mummia risalente ad oltre 3.000 anni fa

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Una straordinaria scoperta è stata effettuata esaminando una mummia risalente ad oltre 3.000 anni fa. I ricercatori della UCLA’s Fielding School of Public Health avrebbero riscontrato una vite ortopedica metallica di 23 centimetri a livello del ginocchio di un soggetto di sesso maschile.

Il tutto è avvenuto casualmente durante un test del DNA effettuato di routine su ogni cadavere in laboratorio.

Il soggetto parrebbe essere deceduto in un periodo compreso tra il XVI e l’XI secolo avanti Cristo. La vite è stata “fissata” utilizzando una resina organica simile all’attuale cemento osseo. In questo modo è stato garantito un corretto mantenimento in posizione.

Gli studiosi sono rimasti esterrefatti dalla scoperta. Utilizzando un trapano hanno realizzato un foro per poter inserire una telecamera artroscopica per poter vedere più da vicino. Ciò avrebbe confermato proprio quanto precedentemente ritenuto impossibile, ovvero che questo genere di operazione potesse essere eseguita oltre 3.000 anni fa.

L’ipotesi dei ricercatori sarebbe proprio quella di un intervento chirurgico effettuato attorno all’XI secolo avanti Cristo sul ginocchio della persona. Tutti si sono dichiarati stupefatti analizzando la vite metallica presente, assolutamente sovrapponibile per forma e dimensione a quelle attuali più moderne, ma risalente a migliaia di anni fa.

“Il design utilizzato sarebbe lo stesso che oggigiorno permette la migliore stabilizzazione ossea”, spiega il dr. Richard Jackson, chirurgo ortopedico della Brigham Young University.

Apparentemente, gli antichi medici egiziani, sarebbero stati in grado di utilizzare flange e viti per stabilizzare le articolazioni della gamba. Precedentemente, su nessun’altra mummia era mai stata ritrovata una tecnologia simile.

“Occorre dare molto credito agli antichi per quello che sono stati in grado di fare”, aggiunge il Dr. Wilfred Griggs, leader del team di ricerca che ha effettuato questa incredibile scoperta. Ma la domanda rimane sempre la stessa: come potevano gli antichi Egizi essere in grado di sviluppare una tecnologia così avanzata?

Il dr. Jackson ipotizzò che la persona potesse avere subito un’amputazione traumatica dell’arto inferiore. La rotula e la fibula infatti non sarebbero mai state rinvenute. L’evento probabilmente causò la morte dell’uomo e, in vista dell’inumazione, l’arto venne riattaccato utilizzando tale tecnica.

Simone Gussoni

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