In risposta a un’interrogazione presentata durante il Question Time alla Camera dalla deputata Simona Loizzo e da altri parlamentari della Lega, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha chiarito la posizione del Governo sul tema del vincolo di esclusività per professionisti sanitari come infermieri e fisioterapisti dipendenti del Ssn, aprendo alla possibilità del rinvio per un altro anno (fino al 31 dicembre 2026). Una proroga motivata dalla raccolta dati ancora incompleta. “Un’incompletezza che ci impone un po’ prudenza”, ha detto.
Premettendo che l’obiettivo resta un Ssn efficiente, in cui ogni figura rispetti il proprio ruolo e le norme vigenti, anche quando si parla di libera professione, Schillaci ha ricordato che nel 2023 la Conferenza delle Regioni ha prodotto un documento per armonizzare le interpretazioni sulle incompatibilità e per delineare i doveri di dipendenti e aziende. Su tale base, ogni struttura dovrebbe dotarsi di un regolamento interno per valutare e autorizzare eventuali incarichi esterni.
Schillaci ha però precisato che l’attuazione delle regole procede a velocità diverse. Dal novembre 2023 il ministero ha avviato un monitoraggio sulle autorizzazioni rilasciate dalle aziende del Ssn. Le Regioni dovrebbero inviare trimestralmente i dati sulle richieste presentate, accolte o respinte, e sull’adozione dei regolamenti interni. Ma una parte degli enti non ha trasmesso la documentazione richiesta e non tutte le aziende hanno ancora approvato il regolamento.
I dati raccolti finora mostrano che le autorizzazioni più frequenti riguardano infermieri, fisioterapisti, dietisti, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità e tecnici della fisiopatologia cardiocirciolatoria. Informazioni certamente utili, secondo Schillaci, ma ancora insufficienti per delineare un quadro omogeneo a livello nazionale.
Per questo motivo il Governo valuta una proroga del termine attualmente fissato al 31 dicembre 2025. Proroga con un duplice scopo: rispondere al crescente bisogno di prestazioni nel Ssn e valorizzare il personale del comparto, offrendo margini di attività analoghi a quelli già riconosciuti ai dirigenti medici fuori dall’orario di servizio.
Schillaci ha dunque respinto l’idea che si tratti di un rinvio per inerzia e ha sottolineato che il ministero della Salute continuerà a sollecitare le Regioni ancora inadempienti sugli obblighi informativi e a seguire da vicino l’adozione dei regolamenti aziendali. Inoltre ha rivendicato la volontà di valorizzare le competenze dei professionisti sanitari e ha ricordato che un incremento dell’operatività può portare anche benefici sul piano fiscale.
Redazione Nurse Times
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