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Verona, infermieri aggrediti al Pronto soccorso di Borgo Trento. La rabbia di Uil Fpl: “Mani al collo, calci e pugni. Situazione inaccettabile”

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Verona, neonati deceduti per batterio killer: minacce di morte a medici e infermieri
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Nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, a Verona, si è verificato un grave episodio di violenza ai danni del personale sanitario. Ne è stato teatro l’ospedale di Borgo Trento, dove intorno alle 19 è arrivato in ambulanza un ragazzo rimasto ferito durante una rissa avvenuta nel piazzale della stazione di Verona Porta Nuova. Poco dopo, a bordo di una seconda ambulanza, è arrivato un altro ferito proveniente sempre dalla zona della stazione. I due giovani erano alterati e sono stati presi in carico dal personale infermieristico.

Situazione delicata, aggravata dal rallentamento dei tempi di attesa per un blocco del sistema informatico e dalla mancanza di sorveglianza in Pronto soccorso (il servizio di vigilanza della polizia era terminato alle 16). La violenza è scattata dopi che i due pazienti sono stati assistiti. Un litigio, il loro, placato dall’intervento di due infermieri, che però sono rimasti feriti. Nel frattempo sono state allertate le forze dell’ordine, intervenute prontamente, che hanno bloccato e arrestato gli aggressori.

Indignazione per l’accaduto è stata esressa da Uil Fpl Verona. “Non possiamo più accettare una situazione simile – commenta il segretario generale Stefano Gottardi -. Abbiamo assistito a un’aggressione inaudita: mani al collo, calci e pugni al personale sanitario che stava semplicemente svolgendo il proprio lavoro di assistenza. È inaccettabile che gli operatori sanitari debbano fare i conti con atti di violenza mentre forniscono un servizio essenziale alla comunità”.

Uil Fpl Verona ha quindi sollecitato un intervento urgente alla direzione dell’Aoui, chiedendo di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine all’interno dei due pronto soccorso cittadini e di adottare un protocollo operativo per la gestione degli atti di violenza ai danni degli operatori sanitari, con una presa in carico adeguata delle vittime.

“È inconcepibile che ancora oggi, quando un operatore sanitario subisce un’aggressione, il suo unico strumento per segnalarla sia l’invio di un fax – spiega Gottardi -. Un episodio di violenza rimane così solo un dato statistico, senza alcun riscontro concreto in termini di supporto o prevenzione. I danni fisici sono solo la punta dell’iceberg: i disturbi da stress post-traumatico, se non trattati, portano inevitabilmente al burnout. Alcuni dei nostri colleghi si vedono costretti a ricorrere a supporto psicologico a proprie spese, mentre le istituzioni sembrano non rispondere con adeguate misure di tutela”.

Conclude il segretario di Uil Fpl Verona: “In un momento storico in cui si parla tanto di carenza di personale e di motivazione dei lavoratori, un episodio come questo dimostra quanto sia urgente un cambiamento radicale nelle politiche di sicurezza sul lavoro per il personale sanitario. Serve un segnale forte e chiaro, altrimenti ogni parola rimarrà solo una promessa vuota”.

Redazione Nurse Times

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