Per una corretta adesione al trattamento è necessaria un’attività educativa rivolta a pazienti e famigliari.
Per aderenza terapeutica all’utilizzo della CPAP, e più in generale delle ventilazioni, si intende un utilizzo per almeno 4 ore, per il 70% delle notti e per almeno 30 giorni nei primi tre mesi della prescrizione. Esistono fattori di natura sia intrinseca, dipendenti dal paziente (età, sesso, grado d’istruzione, stato civile…) che estrinseca, indipendenti dall’individuo (complessità della terapia, patologia, fattori legati al sistema sanitario…), che sono in grado di influenzare l’adesione o meno a un trattamento.
Dal punto di vista pratico possono insorgere varie problematiche, che potrebbero condizionare negativamente l’adesione nell’utilizzo delle ventilazioni:
- Comparsa di arrossamenti cutanei e lesioni da decubito, in particolar modo alla radice del naso, dettati dal posizionamento in situ della maschera durante il riposo: gli arrossamenti cutanei risultano nella norma se scompaiono entro due ore dalla rimozione della maschera; altrimenti è necessario allentare l’adesione della maschera o provvedere alla sostituzione con un’interfaccia di altro tipo.
- Scarso comfort nella scelta della posizione per riposare: spesso la persona trova confortevole addormentarsi in posizione prona, ritenendo così la CPAP scomoda; è tipico all’inizio di un percorso di adattamento.
- Perdite d’aria dall’interfaccia: potrebbe indicare una maschera poco adesa oppure non adeguata alla conformazione anatomica del soggetto.
- Arrossamento oculare e congiuntivite: solitamente si manifesta in caso di perdite d’aria dall’interfaccia.
- Sensazione di non riuscire a respirare dal naso: può essere indice di una pressione ancora non adeguata e troppo debole, piuttosto che della presenza di ostacoli al flusso d’aria erogata.
- Secchezza delle fauci o irritazione delle mucose: prevalentemente legate all’umidificazione della CPAP, regolabile anche dallo stesso utente, una volta ben educato alla gestione di questa.
- Utilizzo della CPAP in una persona con allergie nasali: consigliare la rimozione o l’allontanamento delle probabili sorgenti di allergie, perlomeno dalla stanza in cui si utilizza il presidio, e l’acquisto di un depuratore dell’aria.
- Congestione nasale: non comporta assolutamente la sospensione dell’uso di CPAP ed è risolvibile con l’utilizzo di una soluzione fisiologica per via nasale o, nel caso, di farmaci mucolitici che aiutino la liberazione definitiva delle vie aeree.
- Sensazione di claustrofobia: subentra l’applicazione di un protocollo, secondo il quale il percorso di adattamento prevede:
- Adattamento alla maschera indossata, scollegata dal circuito, mentre il soggetto è sveglio, per circa 1h/die.
- Collegando la maschera al circuito, utilizzare la CPAP prima da svegli, in attività quotidiane tranquille, come leggere o guardare la tv, educando però la persona a respirare con la bocca chiusa.
- Iniziare l’utilizzo della CPAP durante il riposo pomeridiano.
- Utilizzarla durante le ore notturne, inizialmente per le prime 3-4 h, in seguito per tutto il corso della notte
È assolutamente necessaria un’attività educativa rivolta a pazienti e famigliari. La conoscenza del regime terapeutico da seguire è un fattore necessario ma non sufficiente per garantire l’adesione del paziente ai trattamenti.
Ida Baiano
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