Un’immagine postata su Twitter, da parte di un avvocato, mostra diversi neonati ricoverati in ospedale all’interno di alcune scatole di cartone. L’immagine, pubblicata per denunciare le condizioni economiche dei nosocomi venezuelani, è diventata virale.
La mattina del 21 settembre 2016, alle ore 07:58, l’avvocato venezuelano Manuel Ferreira ha pubblicato sul noto social network Twitter uno scatto che è ben presto diventato virale. Il tema? Beh… trattasi, presumibilmente, di un reparto di neonatologia con sei nuovi nati in bella mostra.
Quale sarebbe la particolarità della foto? Beh… i piccoli, anziché essere protetti dalle tipiche culle che tutti solitamente vediamo al di là del vetro del nido, dove ci si fa largo a stento tra i sorrisi beoti dei papà e le lacrime di gioia dei nonni stracolmi di gioia, sono posizionati all’interno di alcune scatole di cartone. Per la precisione, confezioni della Biogalenic, una marca locale di farmaci. I Bimbi sono altresì allineati su un bancone e identificati con un foglio di carta, attaccato con dello scotch al loro “povero” giaciglio di cellulosa.
Il motivo di tutto questo? Assenza di culle… almeno è questo che l’avvocato Ferreira, militante della MUD (Tavola dell’Unione democratica) e responsabile del dipartimento diritti umani, ha voluto denunciare postando la foto: lo stato di degrado in cui versano alcune strutture sanitarie del Venezuela, dove viene riciclato dello scatolame per accogliere individui piccoli e fragili come dei neonati.
In poche ore l’immagine, rilanciata da ‘La Patilla‘ (sito anti-regime molto seguito nel paese) è diventata virale e ha fatto molto discutere. Così tanto che l’ospedale Guzman Lander (nello stato di Anzoategui, a nord-est del Paese), dove sarebbe avvenuto il fatto, secondo Ferreira ha proceduto presto alla sostituzione dello scatolame con vere culle.
“La mia denuncia almeno è servita a fare accomodare un po’ meglio quei bebè“, ha asserito il legale.
La risposta della direzione del nosocomio latino, comunque, non si è fatta attendere: “Si tratta di un falso”, di una “foto tendenziosa” e di un “attacco mediatico feroce”. José G. Zurbarán, il direttore, ha dichiarato in due post su Twitter: “è falso che i bambini vengono messi nelle scatole di cartone”… “ci sono persone che utilizzano situazioni isolate per attaccare chi, giorno dopo giorno, dà il meglio di sé”.
Che i due post del responsabile della struttura non siano propriamente in sintonia l’uno con l’altro non ci da alcuna certezza, ma… ci fa pensare.
Fonti: Il Messaggero, Il Fatto Quotidiano, La Patilla, Twitter
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