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Veneto, dalle case di riposo un appello alla Regione: “Sospendete il concorso per infermieri”

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Veneto, dalle case di riposo un appello alla Regione: "Sospendete il concorso per infermieri"
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La richiesta arriva dall’Uripa in conseguenza dell’esodo di sanitari verso gli ospedali. Intanto Nursing Up insorge contro l’ipotesi di estendere agli oss la possibilità di somministrare i vaccini anti-Covid.

L’esodo dei sanitari dalle case di riposo verso gli ospedali, dove condizioni contrattuali e stipendi sono migliori, spinge l’Uripa (Unione regionale delle case di riposo) a chiedere alla Regione Veneto di sospendere il prossimo concorso di Azienda Zero per l’assunzione degli infermieri. La domanda è una richiesta formale inviata dal presidente dell’associazione, Roberto Volpe, alle principali cariche della sanità veneta, basandosi sull’esperienza del recente concorso di Azienda Zero che, a fronte di 190 posti disponibili, ha visto 2.461 candidati idonei su circa 4mila partecipanti.

“Ma le assunzioni sono state ben oltre le 190 previste, con esiti drammatici per le case di riposo”, spiega Volpe nella lettera inviata alla Regione, lanciando l’allarme per il prossimo concorso e temendo che un ulteriore spostamento di massa dei sanitari avrà come esito l’implosione delle strutture stesse, esposte inoltre a rischi di natura legale. Nel bando per il nuovo concorso si parla della “copertura di un posto di collaboratore professionale sanitario – infermiere a tempo pieno e indeterminato”. Con l’importante aggiunta: “Una volta soddisfatto il bisogno di Azienda Zero, la graduatoria sarà resta disponibile per le assunzioni delle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale”.

Spiega Volpe nella comunicazione alla Regione: “Per i centri di servizio sarà l’ennesima batosta, visto che a questo nuovo concorso parteciperanno i neolaureati, la nostra ultima speranza, e coloro che non erano risultati idonei nella precedente prova. La capacità ricettiva delle case di riposo dipenderà esclusivamente dal numero di infermieri in organico rispetto agli ospiti assistibili”.

La questione si intreccia con il numero chiuso delle facoltà di Infermieristica nelle due Università venete: 430 posti a Verona e 429 a Padova. La coperta è troppo corta. Gli infermieri sono in numero limitato e devono bastare per case di riposo e ospedali, ma le preferenze ricadono quasi sempre sui secondi. “Dalle Università usciranno teoricamente 859 nuovi infermieri, che non assorbiranno nemmeno i pensionamenti previsti per i prossimi anni”, spiega Volpe, chiedendo che le cifre siano triplicate.

Nella questione si inserisce Daniele Giordano, di Cgil, chiedendo che gli infermieri eventualmente assunti “siano mandati in comando, con oneri a carico della Regione, nelle strutture per anziani”. E sostenendo che “sospendere il concorso sposterebbe semplicemente il problema da un’altra parte”.

Rimanendo in ambito infermieristico, ma toccando un altro tema, alza la voce la sezione padovana del sindacato Nursing Up, che insorge contro l’ipotesi di estendere agli operatori socio-sanitari la possibilità di effettuare le somministrazioni dei vaccini contro il Covid. “Non crediamo possano prendere il posto degli infermieri, che per operare devono essere laureati, iscritti a un albo, aver maturato molte specializzazioni ed essere abilitati dal ministero della Salute”, sostiene Franco Noviello, dirigente sindacale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, chiedendo che anche gli infermieri possano lavorare extramoenia, eventualmente per aiutare con le vaccinazioni.

Redazione Nurse Times

Fonte: il Mattino di Padova

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