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Pistoia, guarisce da ictus e coronavirus anche grazie alla famiglia

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Pistoia, guarisce da ictus e coronavirus anche grazie alla famiglia 1
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Il 51enne Riccardio Pieri, sostenuto dalla moglie Michela e da altri parenti, ce l’ha fatta. Decisiva l’ituizione di Silvia Pierinelli, coordinatrice infermieristica dell’Area Covid-19 dell’ospedale San Jacopo.

Riccardo Pieri con la moglie Michela.

“Era necessario un recupero clinico veloce, vista anche la giovane età del paziente, e abbiamo pensato che solo la famiglia potesse aiutarlo”. Silvia Pierinelli, coordinatrice infermieristica dell’Area Covid-19 dell’ospedale San Jacopo di Pistoia, racconta così la guarigione del 51enne Riccardo Pieri, sottolineando l’importanza dei suoi famigliari.

Ricoverato nel reparto neurochirurgico del Careggi di Firenze e poi trasferito al San Jacopo con diagnosi di ictus e con positività al coronavirus, l’uomo, padre di due gemelli di sette anni, nei giorni successivi alla fibrinolisi e sempre seguito dal team della Neurologia, aveva recuperato quasi completamente l’ambito motorio, ma presentava una grave disfagia, oltre ad afasia. Non si alimentava più autonomamente e pertanto era portatore di sondino naso gastrico. Inoltre non riusciva a comunicare ed era molto depresso.

Pierinelli, dopo un confronto con i colleghi, ha ritenuto indispensabile il supporto della famiglia, ma purtroppo anche Michela, la moglie del signor Pieri, doveva attendere il risultati del tampone ed era in quarantena: “Abbiamo così deciso di attivare un’assistenza infermieristica personalizzata con l’intervento della logopedista, dei fisioterapisti e della nostra Psicologia clinica ospedaliera. Oltre a ciò, abbiamo iniziato a utilizzare il cellulare, attraverso il quale il paziente ha potuto comunicare con la moglie e i suoi figli, vedendoli e ascoltandoli”.

Quando la moglie è risultata negativa al coronavirus gli infermieri hanno organizzato la sua visita in reparto. “I familiari, e in questo caso la moglie – continua la coordinatrice –, rappresentano una grande risorsa per stimolare i pazienti a livello cognitivo, perché hanno le chiavi di un linguaggio che noi non conosciamo e che, anche nel caso specifico, ha funzionato per sbloccare la situazione clinica e avviarla verso il pieno recupero”.

Il sollievo di non sentirsi solo, unito alle terapie, ha portato alla guarigione: Pieri ha iniziato ad alimentarsi da solo e, dopo un breve periodo di riabilitazione in un’altra struttura ospedaliera, è tornato a casa. Il dottor Gabriele Nenci, direttore dell’Area Covid, ha sottolineato l’importante collaborazione tra specialistiche, in particolare tra internisti e neurologi.

Nei giorni scorsi il paziente, che continua a essere seguito dalla Neurologia, ha svolto la vista di controllo col primario Gino Volpi, cogliendo l’occasione per ringraziare l’equipe medica. Ora proseguirà il percorso riabilitativo e di inquadramento diagnostico all’ospedale San Jacopo. La moglie ha inviato alcune foto che li immortalano insieme a pranzo fuori, e a sua volta ha ringraziato il personale infermieristico per aver scelto di attuare un’assistenza personalizzata, comprendendo quanto fosse importante la presenza della famiglia nel percorso di cura.

Redazione Nurse Times

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