Lo ha comunicato la stessa casa farmaceutica. Anche altre aziende si stanno muovendo in questa direzione.
“Far avanzare rapidamente” un richiamo per il vaccino anti-Covid mirato specificamente alla nuova variante Omicron, emersa di recente in Sudafrica. Questa l’intenzione della casa farmaceutica Moderna, la quale ha annunciato che questo candidato, denominato mRNA-1273.529, fa parte della sua strategia per far progredire i vaccini specifici per un sottoinsieme di mutazioni del virus che destano un significativo allarme. Secondo l’Oms, il ceppo ha “un gran numero” di mutazioni, e “l’evidenza preliminare suggerisce un aumento del rischio di reinfezione con questa variante rispetto ad altri VOC (variante di preoccupazione, ndr)”.
Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna, ha osservato che “le mutazioni nella variante Omicron sono preoccupanti e ci siamo mossi il più velocemente possibile per eseguire la nostra strategia per affrontare questa variante”. L’azienda ha detto che entro 60-90 giorni ha intenzione di far avanzare nei test clinici nuovi booster specifici per la variante, sottolineando di averlo fatto con quelli rivolti ai ceppi Beta e Delta.
Nel frattempo la sua strategia include altre due possibili linee di difesa, pronte a scattare se la dose di richiamo autorizzata di 50 µg del suo attuale vaccino Spikevax (mRNA-1273) si dimostrasse insufficiente a rafforzare l’immunità calante contro la variante Omicron. La prima strategia prevede una dose di richiamo più forte di Spikevax. Moderna ha recentemente completato il dosaggio di 306 adulti sani in uno studio che valuta una dose di richiamo di Spikevax da 100 µg e sta ora testando i sieri di questi destinatari per vedere se fornisce una protezione neutralizzante superiore contro Omicron.
L’azienda sta anche studiando due candidati richiami multi-valenti, progettati per anticipare le mutazioni come quelle emerse nella variante Omicron. Il primo candidato, chiamato mRNA-1273.211, include diverse mutazioni viste in Omicron presenti anche nella variante Beta. Il secondo, chiamato mRNA-1273.213, include anche molte delle mutazioni di Omicron presenti sia in Beta che in Delta. Entrambi saranno testati per vedere come contrastano la nuova variante: i dati sono attesi Bancel nelle prossime settimane.
Anche altre aziende che hanno sviluppato vaccini o terapeutici contro il coronavirus, tra cui AstraZeneca, Johnson & Johnson e Novavax, stanno lavorando al contrasto della nuova variante. Pfizer e BioNTech hanno comunicatio di aspettare i relativi dati di laboratorio nelle prossime due settimane per sapere se il loro vaccino Comirnaty dovrà essere rielaborato in risposta a Omicron. BioNTech ha inoltre precisato che i piani sono stati messi in atto “mesi fa per essere in grado di adattare il vaccino mRNA entro sei settimane e spedire i lotti iniziali entro 100 giorni in caso di una variante di fuga”.
Redazione Nurse Times
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