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Vaiolo delle scimmie, la scoperta dello Spallanzani: “Virus nel liquido seminale”

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Coronavirus, gli ultimi aggiornamenti dallo “Spallanzani”
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Lo comunica una nota diffusa dall’Istituto nazionale di malattie infettive.

“I nostri ricercatori hanno scoperto, primi al mondo, che il virus responsabile del vaiolo delle scimmie può essere presente nel liquido seminale. Li voglio ringraziare e voglio anche ringraziare il nuovo direttore della Virologia, Fabrizio Maggi. Così Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto Spallanzani di Roma, che lancia anche un messaggio: “Abbiamo sempre detto, anche in tempi difficili, per esempio ai giovani, che ci possiamo e dobbiamo permettere tutto, vivere la vita, ma in condizioni di sicurezza”.

Spiega una nota diffusa dall’Istituto: “Il virus è stato isolato nei laboratori dell’Istituto dal liquido seminale prelevato da un paziente sei giorni dopo la comparsa della febbre e, in coltura cellulare, si è dimostrato capace di infettare e di replicarsi in laboratorio. Finora la presenza del materiale genetico del virus è stata rilevata nel liquido seminale di sei dei sette pazienti studiati allo Spallanzani, ma in questo caso il virus è stato anche isolato in coltura. I ricercatori dell’Istituto Spallanzani stanno conducendo ulteriori studi sulla durata e persistenza del virus nello sperma e in altri materiali biologici per comprendere a fondo i meccanismi della trasmissione di questo virus da uomo a uomo”.

Prosegue la nota: “La scoperta potrebbe in particolare fare luce sul ruolo della trasmissione sessuale, ipotizzata nel contesto dell’attuale focolaio che ha coinvolto oltre 1.000 casi, segnalati da 28 Paesi del mondo in cui tale infezione non è endemica. Questo risultato fa seguito al lavoro dei ricercatori dell’Istituto su Monkeypox, che ha portato all’identificazione dei primi casi italiani, oggetto la settimana scorsa di un articolo sulla rivista del Centro europeo per il controllo delle malattie Eurosurveillance, e al primo sequenziamento di Monkeypox virus in Italia, che ha dimostrato l’appartenenza di questo virus al ceppo responsabile dell’attuale diffusione internazionale”.

Redazione Nurse Times

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