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Vaccini: eventi avversi in aumento, ma bando ai falsi allarmi

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Ostetrica licenziata per non essersi vaccinara: “Solo IgG fuori range, non sono una No Vax”
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È quanto emerge dal nuovo rapporto Aifa. Solo tre casi gravi su 100mila dosi.

Le segnalazioni di eventi avversi dopo una vaccinazione sono in leggero aumento, ma questo dipende dalla più intensa attività di farmacovigilanza dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dal fatto che in Italia ci si immunizza di più, tant’è che le dosi somministrate lo scorso anno sono state ben 18 milioni. Ma soprattutto le 31 segnalazioni ogni l00mila abitanti sono assai meno delle 88 che si verificano nella stessa popolazione per gli altri medicinali.

Ammesso che ce ne fosse bisogno, a smentire i falsi allarmi no-vax sui rischi da vaccinazione arriva il nuovo rapporto Aifa, che nello scorso anno ha contato 7.267 segnalazioni (alcune, in realtà, relative all’anno precedente), quasi tutte per problemi che si risolvono in pochi giorni, come febbre intorno ai 38 gradi (più raramente a 40), reazioni locali e cutanee, agitazione, vomito e orticaria. I casi gravi sono pochissimi: 3 ogni 100mila dosi somministrate. Ma questo, si badi bene, non significa che la causa certa sia il vaccino.

Quello che le segnalazioni raccolte dall’Aifa evidenzia è infatti solo una correlazione temporale. E siccome si parla di milioni di persone coinvolte nelle campagne di immunizzazione, è statisticamente normale rilevare qualche problema anche grave di salute, non per questo correlabile con certezza alla vaccinazione. È il caso pure dei 13 decessi segnalati a seguito di una qualche immunizzazione, nessuno dei quali, specifica il rapporto dell’Alfa, è correlabile ai vaccini, trattandosi di piccoli e adulti affetti già da gravi patologie.

Chiarito bene questo aspetto, il report segnala che il maggior numero di segnalazioni riguarda il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (1.577 casi segnalati), seguito dall’antimeningococco B (1.440) e dal vaccino esavalente contro difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B e meningite da haemophilius influenza e di tipo B (849). “Dall’analisi dei dati nazionali – si legge nel dossier – non sono emerse informazioni che possano influenzare il rapporto rischio-beneficio per le varie tipologie di vaccino utilizzate, confermando quindi la loro sicurezza”.

A rinforzare il concetto interviene anche il direttore generale dell’Aifa, Luca Li Bassi, ricordando che «le immunizzazioni sono uno degli interventi sanitari più efficaci e convenienti nella storia della salute pubblica» e che «grazie ai vaccini si continuano a salvare globalmente milioni di vite ogni anno».

Redazione Nurse Times

Fonte: La Stampa

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