Un momento di televisione molto alto, ieri sera su La7 con le parole di Massimo Giannini, lette da Claudio Amendola, per non dimenticare il lavoro degli infermieri degli altri professionisti della sanità, durante la pandemia, ma non solo.
“Quando sono entrato in questa terapia intensiva cinque giorni fa, eravamo sedici, perlopiù utrasessantenni. Oggi siamo cinquantaquattro, in prevalenza 50/55enni. A parte me, e un’altra decina di più fortunati, sono tutti in condizioni assai gravi, sedati, intubati,… bisognerebbe vedere per capire cosa significatutto questo” legge Amendola.
“Ma la gente, – continua l’attore, – non vuole vedere e si rifiuta di capire. Così te lo fai raccontare dai medici, dagli anestesiti, dai rianimatori, dagli infermieri che già ricominciano a fare i doppi turni perché sono in super lavoro, bardati come sappiamo dentro tute, guanti, maschere. Non so come fanno, ma lo fanno, con un sorriso amaro negli occhi. A marzo ci chiamavano eroi, oggi non ci si fila più nessuno. Si sono già dimenticati tutto, ecco il punto: ci siamo dimenticati tutto”.
- Votazioni ENPAPI annullate dal Ministero del Lavoro: tutto da rifare
- La CGIL Puglia boccia il nuovo contratto: “Promesse disattese, aumenti minimi e nessuna vera tutela per i lavoratori”
- Sotto la divisa, un cuore stanco: lo stress invisibile dell’infermiere
- “Analisi Lean del Day Service di endoscopia digestiva: uno strumento per il miglioramento continuo dei processi”
- “Analisi organizzativa del processo del paziente psichiatrico in pronto soccorso: un approccio Lean per l’ottimizzazione del flusso verso l’U.O. Servizio psichiatrico di diagnosi e cura”
Lascia un commento