Questa la proposta avanzata dall’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto.
“Via il vincolo di esclusività per gli infermieri e le altre professioni sanitarie dipendenti delle strutture pubbliche”. E’ la proposta che arriva da Luca Coletto (foto), assessore alla Salute della Regione Umbria e responsabile del Dipartimento Sanità della Lega, sulla scorta dell’analoga proposta avanzata in Lombardia. “Questo risolverebbe parte dei problemi che si presentano sul territorio e sarebbe importante anche per alleggerire la situazione in Umbria”, aggiunge, parlando con l’Ansa.
“In Italia – ha ricordato Coletto – ci sono 930mila famiglie con a carico un disabile o un malato cronico nelle loro abitazioni, mentre altre 250mila hanno a casa bambini alle prese con problemi per i quali, dopo l’intervento del medico, è necessario vengano seguiti da un infermiere, ad esempio per flebo o per fare iniezioni. E’ quindi giusto dare a tutte le professioni sanitarie la possibilità di accedere alla libera professione, anche perché attualmente nel Paese mancano circa 70mila infermieri. Non serve sottolineare che l’assistenza domiciliare per chi ne ha diritto e per i casi previsti nei Lea è comunque dovuta ed erogata a titolo gratuito”.
Coletto guarda anche al futuro, agli ospedali di comunità e alle case della salute, che verranno realizzate anche grazie ai fondi del Pnrr: “Sarà necessario formare infermieri, tecnici radiologi e di laboratorio, riabilitatori e altre figure per farli funzionare al meglio, oltre a trovare le coperture finanziarie, da parte del Governo, per poterli assumere. Oggi gli infermieri mancano anche nelle Rsa, dove per questo ci si ricovera meno. Finisce quindi che i pazienti vengono inviati dai pronto soccorso ai reparti, occupando posti letto per acuti che di fatto sono ricoveri inappropriati”.
Redazione Nurse Times
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