Truffa dei falsi diplomi per oss a Velletri e Latina, tornano in libertà i 4 arrestati

Francesco Martucci11 Dicembre 20241 min di lettura

Sono tornate in libertà le quattro persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Velletri sui corsi per acquisire diplomi di operatore socio-sanitario (oss). Il gip del Tribunale dei Castelli Romani, Emiliano Picca, ha infatti accolto l’istanza dei legali degli indagati, annullando l’ordinanza di custodia cautelare e ordinando l’immediata liberazione per omesso interrogatorio preventivo, così come prevede un articolo del Codice penale di recente introduzione.

Secondo gli investigatori della guardia di finanza, era operativa un’organizzazione criminale che, attraverso due istituti con sedi a Velletri e a Latina, rilasciava diplomi di oss e attestati di specializzazione in primo soccorso e sicurezza sul lavoro, ma senza il necessario svolgimento dei corsi formativi e dei tirocini obbligatori.

Le indagini, partite dopo le segnalazioni della Regione Lazio e numerose querele, hanno permesso di accertare che oltre 160 persone provenienti da tutta Italia hanno ottenuto falsi diplomi, talvolta in situazioni improbabili. “Emblematico – spiegano dalla guardia di finanza – il caso di uno spacciatore di droga residente in Toscana sottoposto agli arresti domiciliari che risultava formalmente presente alle lezioni frontali”.

Le quattro persone tornate in libertà sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni di privati, della Regione Lazio, nonché di falsificazione di atti pubblici. Il giudice per le indagini preliminari ha rilevato che “nel caso in esame l’ordinanza (degli arresti domiciliari, ndr) è stata emessa per l’esigenza cautelare, che in realtà è prevista nei casi in cui è obbligatorio l’arresto in flagranza, mentre i reati satellite per cui si procede non rientrano tra quelli previsti dall’articolo 380, che indica le ipotesi tassative per le quali è obbligatorio l’arresto in flagranza per associazione a delinquere”.

Redazione Nurse Times

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