In autunno in Emilia-Romagna sarà disponibile un test rapido per il Covid-19. Sarà utile a tenere sotto controllo la diffusione del virus e vorrà mettere in sicurezza tutti gli ingressi negli ospedali e nei pronto soccorso.
Sono già allo studio i test della ricerca dell’antigene, fa sapere la Regione. Si tratta di uno studio unico in Italia per il numero delle persone coinvolte e realizzato in tempi record, che vede il coordinamento della Unità Operativa di Microbiologia dell’Ausl della Romagna in collaborazione, al momento, con Ior – Istituto ortopedico Rizzoli – e Sant’Orsola di Bologna, condotto dopo uno studio pilota condotto in collaborazione con l’Istituto nazionale malattie infettive “L. Spallanzani” di Roma.
La ricerca coinvolge più di 1500 cittadini dell’Emilia-Romagna con l’obiettivo di scegliere il test più affidabile, fra i 4 o 5 oggi disponibili.
“Si tratta di test che, in sintesi, servono a identificare nelle secrezioni naso-faringee le proteine che compongono la struttura del SARS CoV-2, il virus del Covid-19” spiega il prof. Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia e docente del Dipartimento di medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell’Università di Bologna.
Test rapidi coronavirus: le differenze con il tampone
I test della ricerca dell’antigene vengono eseguiti mediamente in 12-13 minuti, mentre per i tamponi classici occorre aspettare un tempo medio stimabile tra le 3 e le 6 ore. Inoltre, a fronte dei 15-20 euro di costo per il tampone classico, la spesa per un test rapido si aggira sugli 8-12 euro. Tuttavia, i test della ricerca dell’antigene sono meno sensibili rispetto al classico tampone. “Se ho una carica alta di virus e sono molto infettivo, il test rapido in generale lo rileva, mentre può non trovare in un asintomatico piccole quantità virali che, però, ormai lo sappiamo bene, verosimilmente sono efficaci per l’infezione di altri soggetti” spiega Vittorio Sambri.
Fonte: www.regione.emilia-romagna.it
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