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Terremoto. La testimonianza di un infermiere volontario del 118 di Teramo

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Ore 3,36 – 24 agosto 2016, emblematica l’immagine dell’orologio del Campanile di Amatrice fermo all’ora della scossa.

Una tragedia immane che ha colpito duramente il cuore dell’Italia, 84 le vittime accertate,  i danni più gravi si registrano ad Accumoli, Amatrice e Posta, nel reatino e a Pescara del Tronto, frazione di Arquata, in provincia di Ascoli Piceno.

Tra i morti un’intera famiglia di 4 persone di Accumoli, mamma, papà e due bambini piccoli, che per ore i soccorritori hanno tentato di salvare.

Già nelle prime ore della mattinata il fotografo Emiliano Grillotti aveva descritto il lavoro frenetico di almeno 15 persone che stavano scavando a mani nude per tirarli fuori: “Si sentono le urla della mamma e di uno dei bimbi” aveva detto. Purtroppo quando sono stati raggiunti erano già tutti morti.

Il dato provvisorio è aggiornato di ora in ora dalla Protezione Civile: i morti ad Amatrice sono oltre 60 tra Amatrice ed Accumoli, mentre sono 24 quelli morti accertati dalla Protezione civile delle Marche.

Ancora imprecisato il numero dei dispersi. Al Pronto soccorso di Ascoli e di San Benedetto del Tronto sono arrivati almeno 81 feriti, di cui 7 in gravi condizioni, 153 sono ricoverati nelle strutture del Lazio, 29 a L’Aquila.

Tra le vittime una bimba di nove mesi estratta senza vita dalle macerie di Arquata e un’altra di 18 mesi, morta in ospedale ad Ascoli Piceno, di Amatrice ma che si trovava ad Arquata coi genitori. Questi sono stati salvati e ricoverati. La madre della piccola era scampata al terremoto de L’Aquila e si era trasferita ad Ascoli dopo quella terribile esperienza. Da Arquata arriva almeno una buona notizia: due bimbi di 4 e 7 anni sono stati estratti vivi dalle rovine. La nonna li aveva fatti infilare insieme a lei sotto al letto. La donna è stata estratta viva dopo diverse ore, mentre non ce l’ha fatta il nonno (VEDI).

Ad Amatrice, nella stessa zona dove in mattinata sono stati estratti quattro cadaveri e due ragazze ancora vive, un bambino, sepolto sotto le macerie, sta chiedendo aiuto. “C’è un bambino sotto le macerie, lo hanno sentito chiamare aiuto e stanno cercando di tirarlo fuori”

Abbiamo raccolto la testimonianza di un infermiere in servizio presso il 118 di Teramo, che si è offerto volontario appena avuta la notizia della tragedia.

Una preziosa testimonianza che condividiamo con i nostri lettori

“Dopo aver dato la mia disponibilità alla mia c.o. sono stato inviato dalla c.o. di Ascoli Piceno ad Arquata, uno dei paesini più colpiti dal sisma. Abbiamo subito prestato i soccorsi alla popolazione…momenti concitati, con gente e parenti che chiedevano notizie dei propri cari!

Un’esperienza che ti segna, momenti di grande tensione in cui molti sapevano di non ritrovare più i propri cari!

Tanti i morti, troppi i bambini, che colpiscono la mia sensibilità di padre! Ho lavorato per 14 ore, abbiamo allestito e gestito il P.M.A. lontano dai media e dai clamori mediatici, ho saputo della visita della presidente Boldrini ma non sono riuscita a vederla.

Arquata una piccola cittadina, molti i turisti presenti provenienti soprattutto dal Lazio. La macchina dei soccorsi a mio avviso è stata molto efficiente! Adesso si dovranno allestire i campi per proteggere i sopravvissuti dal freddo notturno”.

Ringraziamo i volontari infermieri, medici, soccorritori, vigili del fuoco, protezione civile, forze dell’ordine che in questi momenti di emergenza diventano un punto di riferimento, la speranza per la popolazione colpita da una tragedia di questa portata.

Inviateci le vostre testimonianze a [email protected]

Giuseppe Papagni

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