Tre sanitari del Fatebene-Melloni di Milano dovranno essere risarciti dall’Asst.
Gli infermieri devono essere pagati anche durante il tempo che impiegano per indossare e togliere la divisa. Lo ha stabilito un giudice del Tribunale del lavoro di Milano, con una sentenza che il Nursind non esita a definire “epocale”. Il principio del “tempo tuta”, ricorda il sindacato, è stato riconosciuto nel Contratto nazionale 2018 e anche da un pronunciamento della Cassazione lo scorso 19 febbraio.
La sentenza milanese risale invece al 18 gennaio, e ha condannato l’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano a pagare qualche migliaio di euro, più spese legali, a tre infermieri del Fatebene-Melloni che due anni fa avevano fatto ricorso per esser risarciti dei minuti di retribuzione perduti tra gennaio 2011 e dicembre 2015, in quanto la vecchia azienda ospedaliera “non avrebbe consentito vestizione e svestizione durante il turno”, nonostante un accordo aziendale del 1996 prevedesse in tutto 15 minuti. L’Asst, nata nel 2016, fa vestire gli infermieri in orario di lavoro, e già la vecchia Ao, a fine 2015, aveva firmato un accordo che stabilisce 8 minuti per indossare gli indumenti da lavoro, 7 per toglierli e 15 per il passaggio di consegne.
Per il giudice “l’evidente contraddittorietà delle risultanze istruttorie e l’impossibilità di addivenire a una certa e condivisa ricostruzione di una prassi organizzativa determina la fondatezza delle pretese” dei tre infermieri a partire dal febbraio 2012 (per il pregresso è scattata la prescrizione). Ha riconosciuto toro un po’ meno di metà delle cifre che chiedevano, cioè “il così detto tempo divisa, quale orario di lavoro utile a fini retributivi, nella misura di 15 minuti di lavoro ordinario al giorno per ogni giorno di effettivo servizio, risultante dai cedolini paga”, dopo aver stornato dal monte ore, con l’aiuto della consulenza tecnica, le giornate in cui l’orario pagato “è stato quello delle timbrature in ingresso e in uscita”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Giorno
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