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Task Force dei sistemi sanitari in Europa: Italia 21° posto

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L’Euro Health Consumer Index (EHCI) 2014 mette a confronto le performance dei sistemi sanitari europei, partendo dal punto di vista del paziente/consumatore. I sistemi “Bismarck”, come Olanda e Germania, continuano a superare quelli “Beveridge”, come Italia e Regno Unito. Tuttavia, mettendo a confronto i primi 5 Paesi Bismarck con i primi 5 Paesi Beveridge, a fronte di una spesa sanitaria pro capite molto più elevata, i risultati di salute conseguiti dai sistemi Bismarck risultano essere di poco superiori a quelli dei sistemi Beveridge.

È stata fatta una indagine conoscitiva circa lo stato dell’arte, con indicatori di performance quelli indicati di seguito.

Peso relativo di ciascun area valutativa

Area di valutazione Peso relativo (Massimo punteggio totale)
Diritti e Informazione dei pazienti 150
Accessibilità – tempi di attesa 225
Risultati di salute 250
Gamma e accessibilità dei servizi offerti 150
Prevenzione 125
Prodotti farmaceutici 100
Punteggio totale 1000

Sono oggi 37 i Paesi “osservati” (con la Scozia che un sistema sanitario diverso dal Regno Unito) e valutati in sei grandi aree con 47 diversi indicatori, soppesati e riequilibrati con criterio numerico. L’Italia, con 648 punti, si presenta al 21° posto (l’anno scorso era al 20° ed al 15° nei primi rilevamenti). Resta al primo posto l’Olanda, con un punteggio di 898 su 1000, seguita da Svizzera, Norvegia, Finlandia e Danimarca.

Cala la spesa sanitaria: non per tutti i Paesi è lo stesso. “Nonostante molti Paesi registrino un lieve calo della spesa sanitaria, le prestazioni complessive nell’ambito della sanità continuano a migliorare”, ha spiegato Arne Bjornberg, presidente dell’HCP e direttore della ricerca. Nel 2006, il primo indice assegnava un punteggio superiore a 800 a un solo paese, mentre nel 2014 la stessa soglia è stata superata da ben nove sistemi sanitari, tutti caratterizzati da ottime prestazioni. L’Italia invece continua la discesa dal primo rilevamento ad oggi, anche se il punteggio, segnalano i ricercatori non è di per sé rilevante e va preso con grande “cautela”. Bisogno di riforme in un clima di paralisi politica, è il messaggio che arriva da Bruxelles, con “l’attuale regionalizzazione della sanità pubblica che minaccia di allargare il divario fra Nord e Sud, rendendo talvolta difficile stabilire la media italiana”. Perché, e questo viene riconosciuto, l’Italia ha le sue eccellenze.

I 47 indicatori individuati dai ricercatori a cui viene riconosciuta una certa autorevolezza (vista la presenza del Commissario europeo della Salute) riguardano i Diritti dei pazienti e informazioni (12 indicatori: dal diritto alla seconda opinione alla prenotazione online o alla ricetta per mail, al catalogo con ranking di qualità dei servizi ), Accessibiltà e tempi di attesa (5 indicatori: dall’accesso entro la giornata dal medico di famiglia alle liste di attesa), Outcome (7 indicatori: dalle morti infantili, all’aborto, alla cura della depressione), Range e servizi (8 indicatori: dall’equità del sistema sanitario al trapianto di reni per milione di abitanti, alle cure pubbliche dei denti, al numero di parti cesarei), Prevenzione (8 indicatori, introdotti negli ultimi due report: dalla vaccinazioni neonatali e dell’Hpv, dalla prevenzione fumo, all’assunzione media di zuccheri, ai diabetici non diagnosticati), Farmaceutica (7 indicatori tra cui introduzione di nuovi farmaci anticancro, uso o abuso di antibotici, accesso ai farmaci di ultima generazione).

L’indagine relativa alle associazioni dei pazienti, è stato detto, segnala “un notevole miglioramento, in base al quale il Paese sembra avere ridotto significativamente il problema dei pagamenti in nero”.

CALABRESE Michele

Sitografia e Bibliografia:

www.saluteinternazionale.info

www.repubblica.it

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