Il governo Meloni riduce drasticamente il numero di ospedali e case di comunità da realizzare entro il 2026, ma progetti futuri e altre fonti di finanziamento potrebbero portare a una nuova speranza.
Roma 31 luglio 2023. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha subito una profonda revisione con un taglio significativo alle strutture sanitarie previste per essere realizzate entro il 2026. Il governo Meloni ha annunciato la riduzione del numero di ospedali e case di comunità da quasi duemila a poco più di mille, sollevando interrogativi sulla capacità di rispettare le scadenze e le esigenze del territorio.
Secondo le informazioni riportate da La Stampa, il piano di revisione ha portato a una diminuzione da 1.350 a 936 delle case di comunità e da 400 a 304 degli ospedali di comunità.
Queste strutture, concepite come ambulatori aperti 24 ore al giorno, sette giorni su sette, e ospedali per il trattamento dei cittadini nella fase di dimissione dal sistema sanitario nazionale, sono state ritenute essenziali per garantire una migliore assistenza e copertura a livello locale.
Tuttavia, il governo si è trovato ad affrontare un duplice problema: da un lato, l’aumento dei costi legati alla costruzione di centinaia di edifici in tutto il paese; dall’altro, l’incertezza riguardo alla possibilità di rispettare la scadenza del 2026. A causa di queste sfide, i progetti per 510 strutture sono stati momentaneamente accantonati.
Nonostante il taglio, il governo ha espresso la volontà di non abbandonare definitivamente tali progetti. Al contrario, sta cercando altre fonti di finanziamento per realizzare queste strutture in tempi successivi, sebbene i dettagli siano ancora poco chiari. Questa decisione è stata presa per rispondere alle necessità dei territori che richiedono tali servizi sanitari.
Una speranza potrebbe arrivare dalla possibilità di rifinanziare i progetti utilizzando il fondo di coesione e fondi non ancora spesi dalla finanziaria del lontano 1988.
Questi fondi sono rimasti impigliati nella burocrazia per quasi quarant’anni, ma ora il governo vuole sbloccarli a breve termine, aprendo la strada per la realizzazione delle strutture necessarie.
Nel frattempo, per non perdere i finanziamenti destinati alla sanità dal Pnrr, l’esecutivo investirà circa 7 miliardi di euro per l’acquisto di attrezzature e macchinari diagnostici. Tuttavia, ciò non sarà sufficiente per coprire i costi salariali di medici e infermieri, che rappresentano una risorsa essenziale per un sistema sanitario funzionante.
In conclusione, il taglio drastico alle strutture sanitarie nel Pnrr ha sollevato preoccupazioni riguardo alla possibilità di garantire una copertura adeguata e tempestiva dei servizi sanitari sul territorio. Tuttavia, le prospettive di finanziamenti futuri e l’utilizzo di risorse rimaste inutilizzate potrebbero offrire una nuova speranza per il futuro della sanità italiana. Il governo si trova ora alla prova di trovare soluzioni concrete per risolvere questa sfida critica e assicurare la salute e il benessere della popolazione.
Redazione NurseTimes
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