Le istanze, le proposte, le riforme che i medici ritengono necessarie e urgenti per una rivalutazione del loro ruolo all’interno del Servizio Sanitario Nazionalee dell’intera società sono in un documento delle Organizzazioni sindacali mediche, inviato, con una lettera, al Presidente del Consiglio, Mario Draghi e al Ministro della Salute, Roberto Speranza. Il documento approfondisce e sintetizza in nove punti essenziali la “questione medica”.
A firmare gli appelli è stato il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, secondo cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’occasione per rivoluzionare il Servizio sanitario nazionale.
Il documento è stato condiviso dalla Fnomceo, che è l’Ente sussidiario dello Stato esponenziale della Professione medica e Odontoiatrica, con tutte le Organizzazioni Sindacali che hanno chiesto di partecipare a un incontro ad hoc: Fismu, Snr, Sbv_Cuspe, Anaao-Assomed, Fvm, Snami, Cimop, Cisl Medici, Cgil Medici Dirigenti Ssn, Aaroi-Emac, Fimmg, Simet, Cimo-Fesmed, Andi, Uil Fpl, Anpo, Ascoti, Fials Medici, Fimp, Sumai – Assoprof, Aipac.
Le questioni mediche, nel Documento condiviso con le Organizzazioni sindacali, sono sintetizzate in nove punti, sui quali i Medici chiedono un’interlocuzione col Governo:
- Le competenze, l’autonomia e le funzioni svolte dal medico, quale responsabile della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, individuando strumenti legislativi utili a garantire la specificità della Professione
- Il tema della valorizzazione delle competenze dei professionisti ed il conseguente riconoscimento della meritocrazia
- Il task shifting e la relativa erosione delle competenze mediche con conseguente confusione dei ruoli a discapito della qualità del SSN, della organizzazione dell’assistenza e della sicurezza delle cure.
- La carenza in organico dei professionisti con conseguente sovraccarico di lavoro, problemi con la sicurezza sul lavoro e sul rischio clinico e sulla formazione, la precarizzazione di tanti Medici e Odontoiatri
- Il tema della governance sanitaria che non tiene più conto delle competenze e delle esigenze sanitarie nella definizione degli obiettivi aziendali e dell’azione amministrativa, sia nel pubblico che nel privato
- Il non adeguato riconoscimento economico del valore professionale
- Il ruolo sociale svolto dalla Professione a garanzia dei diritti previsti dalla nostra Carta Costituzionale
- I modelli assistenziali e il ruolo medico. L’inadeguatezza di questi modelli hanno messo in difficoltà l’esercizio professionale come ad esempio nel caso dell’assistenza territoriale.
- La formazione e la programmazione dei professionisti ancora affidata a provvedimenti tampone e non a soluzioni strutturali.
“L’intera classe medica si ritrova unita intorno alla Federazione – commenta Anelli -. Tutte le organizzazioni sindacali che hanno chiesto di discutere della Questione medica condividono con noi il tema focale: l’attenzione che la Politica, le Istituzioni, la Società devono avere nei confronti dei medici. I medici sono stati i grandi protagonisti dell’emergenza Covid. Sono stati definiti eroi, per aver portato a compimento la loro missione in un contesto in cui i sistemi di sicurezza non funzionavano. Oggi chiedono quel riconoscimento che hanno acquisito sul campo. E che non può non partire dalla definizione di cosa sia il medico, di quale sia la sua funzione non solo assistenziale ma anche sociale”.
“È infatti il medico, con le sue competenze, a garantire i diritti fondamentali, costituzionalmente protetti, che sono alla base della nostra società: il diritto alla vita, il diritto alla salute. Ma anche il diritto all’autodeterminazione da parte del paziente, che si compie proprio grazie ai suggerimenti e agli indirizzi che il medico con le sue competenze fornisce al cittadino. Il diritto alla libera ricerca, alla libera scienza. Il diritto all’uguaglianza e all’equità. Credo che su questi diritti il medico giochi un ruolo essenziale e fondamentale, che non è soltanto legato all’esercizio delle competenze ma anche a garantire la piena realizzazione della democrazia nel nostro paese. Orbene, questi temi che sono così importanti credo che oggi debbano portare il medico ad avere un ruolo ancora più incisivo anche nella governance del Servizio sanitario nazionale. Non bastano le risorse messe nel Pnrr: servono delle scelte che restituiscano ai professionisti dignità professionale, tirandoli fuori da quella palude che è la palude dei prestatori d’opera, per farli tornare ad essere professionisti autonomi e responsabili”, ha detto.
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