Ebbene si, in Svizzera i prelievi ematici, il cateterismo vescicale e le infusioni endovenose rientrano tra le competenze dell’Operatore socio sanitario. Tra quanto accadrà in Italia?
L’operatore socio sanitario prosegue il proprio rapido percorso evolutivo sia in Italia che oltralpe. Mentre la categoria infermieristica appare sempre più disomogenea, mal governata e fermamente vincolata alle mansioni domestico alberghiere, le figure di supporto compiono passi da gigante riuscendo recentemente ad essere inseriti nell’area sociosanitaria.
Gli Oss elvetici, come riportato nel proprio mansionario, possono svolgere attività che in Italia vengono considerate come esclusiva infermieristica.
L’operatore sociosanitario, oltre ad occuparsi dei bisogni di base del paziente quali l’alimentazione, l’eliminazione intestinale ed urinaria è autorizzato all’occorrenza ad effettuare prelievi ematici e capillari o a posizionare un catetere vescicale per via transuretrale.
Oltre a queste competenze può anche gestire pompe infusionali apportando modifiche sulla velocità di infusione di una fleboclisi o rimuovere punti di sutura.
Il mansionario dell’OSS, suddiviso in settori, include le seguenti competenze specifiche:
Atti medico-tecnici
- Controlla i segni vitali e allestisce un bilancio idrico
- Rilievo segni vitali: pressione arteriosa, polso e temperatura
- Calcola bilancio idrico
- Cure pre e post operatorie
- Ablazione punti sutura
- Esegue prelievi di sangue venosi e capillari
- Prepara e somministra medicamenti
- Prepara e somministra infusioni senza aggiunta di medicamenti in presenza di un accesso periferico venoso
- Utilizza le pompe per infusioni
- Calcola i tempi d’infusione e regola in modo corrispondente le pompe per infusioni
- Prepara l’alimentazione per sonda e la somministra mediante accesso esistente
- Utilizza le pompe per l’alimentazione
- Esegue iniezioni sottocutanee e intramuscolari
Quanto tempo impiegheranno gli agguerriti operatori ad ottenere in Italia tutto ciò ed altro ancora?
È giusto che l’infermiere abbandoni tutte queste competenze meramente tecniche ed esecutive per rilegarsi un ruolo diverso come un vero professionista intellettuale?
Ha davvero senso lottare per conservare le mansioni sopracitate come esclusive o potrebbe essere il caso di rilegare all’infermiere un ruolo di manager delle attività socio assistenziali incentrando la sua attività attorno alla pianificazione dei bisogni dei pazienti rendendolo “coordinatore” di azioni dirette alla persona da assistere svolte dal personale di supporto?
Una rivoluzione simile genererebbe una richiesta massiccia di operatori sociosanitari ed un esubero di personale infermieristico che, in tal caso, non sarebbe più presente in maniera preponderante nei reparti.
L’infermiere non avrebbe più l’onere di eseguire le molte mansioni domestico alberghiere che, secondo molti, sono l’essenza della professione ed il momento più prezioso per acquisire dati clinici fondamentali per pianificare l’assistenza e per stabilire una relazione empatica con i nostri pazienti.
Il personale di supporto sarebbe impiegato soprattutto nei reparti a bassa complessità assistenziale lasciando molti infermieri senza alcun punto di riferimento preciso. Molti infermieri potrebbero non essere più necessari pertanto il fenomeno disoccupazione potrebbe esacerbarsi ulteriormente.
Siamo davvero pronti…al cambiamento?
Simone Gussoni
Allegati
Piano di formazione Operatrice sociosanitaria/operatore sociosanitario
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