Mi rifaccio alla lettera della studentessa di Infermieristica, Cristina, pubblicata da Nurse24 in data 07 Settembre, con il titolo “Gli OSS sono competenti nelle procedure invasive?” (VEDI)
Sinceramente mi pare fantascientifico che nel 2016 si dibatta ancora su quali siano effettivamente le competenze di questa figura.
Credo non valga la pena neppure ricordarle in questa sede, tanto è il timore del sottoscritto di offendere l’intelligenza dei colleghi che potrebbero trovarsi a leggere queste mie righe.
Ritengo che quanto racconta la studentessa, sempre che ovviamente risponda al vero, debba però aprire un momento di riflessione, attento, nella mente di ognuno di noi nel pensare a dove stiamo portando, con la disattenzione ed il pressappochismo di alcuni, la nostra professione.
Se quanto la studentessa dice rispondesse a realtà non ci si troverebbe solamente di fronte ad un vero e proprio abuso di professione, già di per se grave, ma ad una unità operativa dove questo illecito sarebbe permesso, se non incoraggiato, dall’intero staff infermieristico e medico operante in essa. Gravissimo.
Non esistono limitazione di personale o problematica organizzativa che rendano lecito un comportamento del genere.
Peggio ancora è leggere che la coordinatrice infermieristica, che a dire della studentessa incoraggerebbe e giustificherebbe tale situazione, sarebbe una docente universitaria.
Bene ha fatto la redazione di Nurse 24 a non cestinare la lettera. Auspico che la redazione di Nursetimes, a sua volta, mantenga i riflettori accesi su questa vicenda affinché su di essa sia fatta luce.
Spero, infine, che Cristina, che già ha dimostrato tanto coraggio, vada in fondo alla faccenda presentando una relazione di quanto visto sia al Collegio IPASVI competente per territorio che alla Magistratura.
E’ difficile, lo comprendo, ma è l’unico modo per bloccare scempi come quello descritto e fare in modo che altri pensino bene, molto bene, prima di compierne altri simili.
Davvero dentro di me spero che Cristina stia raccontando una favola, una storiella inventata ad arte per, magari, fare del male a chi l’ha bocciata in un esame.
Veramente, da infermiere, non posso che sperare che sia così…..
Poi devo anche pensare a quello che da cittadino spererei se, al contrario, Cristina avesse raccontato la verità.
E allora agogno le tanto richieste telecamere in quella struttura con i Carabinieri del NAS all’altro capo del monitor, un magistrato illuminato che comprenda davvero la gravità di quanto è stato descritto, una “professoressa” rimossa da un incarico che evidentemente non merita di ricoprire e giustamente sottoposta a procedura disciplinare ordinistica ed aziendale e qualcuno che, col suo benestare, abusa della professione infermieristica che finisca giustamente in galera (non in senso letterale…anche qui altrimenti si farebbe fantascienza).
Immagino in poche parole una Professione che viene tutelata finalmente dall’esterno ma anche, cosa più importante, dall’interno della professione stessa.
Vai avanti Cristina…..se è davvero come dici vai avanti……te lo chiedono tutti gli Infermieri onesti che amano il proprio lavoro e, soprattutto, te lo chiedono i cittadini che hanno il DIRITTO di essere assistiti al meglio.
Vai avanti!
Roberto Romano
Consigliere IPASVI Firenze
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