L’operazione è durata nove ore e il paziente, 35 anni, è stato dimesso ieri mattina. Rimossa completamente la neoplasia, senza compromettere le funzioni neurologiche.
Suona il sassofono mentre gli asportano un tumore al cervello. È accaduto lunedì al Paideia International Hospital di Roma. A eseguire l’intervento, l’equipe guidata da Christian Brogna, neurochirurgo esperto in chirurgia dei tumori complessi e awake surgey, che già qualche anno fa, a Londra, aveva eseguito un intervento simile mentre il paziente suonava il violino.
L’operazione è durata nove ore, mentre il paziente, di 35 anni, era sveglio e suonava il sassofono. La neoplasia è stata rimossa completamente, senza compromettere le funzioni neurologiche, e il paziente è stato dimesso ieri mattina. “Si è trattato di un intervento di elevatissima complessità su un giovane paziente con tumore in un area molto complessa del cervello, che un tempo sarebbe stato classificato come inoperabile – ha riferito Brogna all’Ansa -. Per giunta si trattava di un sassofonista mancino, e questo complica molto la struttura cerebrale”.
La scelta di intervenire su un paziente sveglio mentre suona uno strumento musicale è legata a due ragioni strettamente connesse, spiega il neurochirurgo: “Un intervento di questo tipo si prepara conoscendo profondamente il paziente e lui ci aveva espresso il desiderio di voler preservare la capacità di suonare dopo l’operazione. Eseguire la musica durante l’intervento, inoltre, ci permette di testare una miriade di funzioni cerebrali e le reti neurali. Mentre suona, una persona muove le mani in modo coordinato, conta per tenere il tempo, interagisce con gli occhi col resto dell’equipe, ha prosodia perché la musica è un linguaggio, ricorda. Un intervento di questo tipo è come una vera e propria orchestra in cui il solista è il paziente e ogni componente dell’orchestra, ossia il team medico, fa la parte in cui è altamente specializzato”.
L’intervento è stato eseguito da dieci specialisti, alcuni reclutati appositamente per le specifiche competenze. “Ho chiesto, per esempio, la presenza di una neurofisiologa con cui ho lavorato a Londra perché conosco le sue elevatissime competenze in questo campo”, ha detto ancora Brogna.
Il paziente al momento sta bene, è in attesa del responso definitivo dell’esame istologico e sarà seguito nel tempo con controlli periodici. La cicatrice, di meno di 10 centimetri, non sarà visibile perché si trova in un’area coperta dai capelli. “Al di là del risultato in termini di asportazione della massa tumorale – ha concluso Brogna -, che è stato pienamente raggiunto, a me sta a cuore che il paziente, dopo l’operazione, sia esattamente come prima, che nulla della sua personalità si modifichi. Questo tipo di chirurgia ad alta complessità consente di raggiungere questo risultato”.
Redazione Nurse Times
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