La Puglia, un anno dopo l’approvazione di una delibera sul suicidio medicalmente assistito, si trova di fronte a ostacoli nell’applicazione pratica della normativa. Mentre il legislatore regionale ha cercato di offrire una soluzione, l’effettiva implementazione è stata ritardata, sollevando preoccupazioni e sfide.
Nel 2022 la Puglia ha tentato di introdurre una legge sul suicidio medicalmente assistito, seguendo l’esempio del Veneto. La proposta di legge, presentata da Fabiano Amati, ha affrontato ostacoli significativi nelle sedi legislative regionali. Nonostante la Corte Costituzionale avesse delineato condizioni precise per il suicidio assistito, la discussione si è rivelata complessa.
Il 18 gennaio 2023, in risposta alla sentenza della Corte Costituzionale, la Puglia ha rapidamente approvato una delibera che istituiva un Comitato etico presso il Policlinico di Bari. Tuttavia, a distanza di un anno, il Comitato non ha ancora ricevuto richieste ufficiali, rendendo la legge efficace solo sulla carta.
Un elemento critico della delibera è la mancanza di un tempo massimo entro il quale il Comitato deve prendere decisioni, limitandosi a esprimersi “nel più breve tempo possibile”. Questa ambiguità ha creato un vuoto che ha reso difficile per coloro che cercano l’assistenza del Comitato ottenere risposte tempestive.
Nino Sisto, volontario dell’associazione Luca Coscioni, sottolinea l’importanza di disciplinare i tempi per rendere effettive le leggi. Ha evidenziato che molte persone preferiscono cercare soluzioni all’estero a causa delle incertezze locali.
Il caso di Lisa, residente nel Lazio, ma pugliese di origine, evidenzia ulteriormente le sfide. Dopo aver visto respinta la richiesta di suicidio assistito nel Lazio, ha cercato di richiederlo in Puglia, ma la risposta non è giunta in tempo, portando alla sua morte prima che la procedura fosse completata.
L’attenzione si è intensificata dopo l’esperienza del Veneto, e Fabiano Amati cercherà di far riesaminare la sua proposta in Consiglio regionale. Amati sottolinea che, nonostante la presenza della delibera, potrebbe non essere sufficiente. La Puglia, potenziale pioniera nell’attuazione di una legge regionale sul suicidio assistito, rimane nell’incertezza.
L’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, ritiene che la questione debba essere affrontata a livello nazionale, sottolineando la necessità che lo Stato assuma le sue responsabilità. La delibera c’è, ma il mancato afflusso di richieste potrebbe indicare la necessità di un intervento più ampio e chiaro a livello governativo.
La situazione in Puglia solleva interrogativi sulla praticità delle leggi sul suicidio assistito e sottolinea la necessità di un’azione coordinata a livello nazionale per garantire l’applicazione uniforme delle norme.
Redazione Nurse Times
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