Un gruppo di scienziati californiani ha realizzato il primo cuore virtuale ‘funzionante’, che servirà per studiare lo scompenso cardiaco.
I ricercatori dell’Università della California hanno realizzato il primo ‘cuore virtuale’, che vive sullo schermo di un computer, comunica dati matematici e riesce a riprodurre fedelmente l’attività elettrofisiologica del cuore. A cosa serve? A studiare approfonditamente i meccanismi patologici dello scompenso cardiaco e il modo per correggerli. Sì, perché l’organo virtuale, presentato su Plos Computational Biology, è così dettagliato da permettere agli studiosi di visionare cosa accade a livello cellulare quando si alterano le concentrazioni di sodio, potassio e calcio. Addirittura, tra i molti parametri considerati, c’è anche la velocità con cui gli ioni attraversano i canali posti sulla membrana fosfolipidica.
I movimenti contrattili del cuore umano e la sua anatomia vengono fedelmente riprodotti nel modello virtuale, che fa anche vedere come questi si traducono sul tracciato dell’elettrocardiogramma. In questo modo è così possibile studiare la causa delle anomalie del ritmo cardiaco cui possono andare incontro i pazienti affetti da scompenso.
Un esempio del suo utilizzo? Mentre si testava il sistema, si è scoperto che la contrazione del ventricolo in maniera scomposta dovuta ad una fibrillazione ventricolare, può essere causata da un rallentamento dell’attività cellulare alla base del cuore. Così, i ricercatori, sempre grazie all’organo virtuale, hanno iniziato ad analizzare tale anomalia pianificare una nuova strategia farmacologica in grado di evitare questa forma di fibrillazione, associata allo scompenso cardiaco.
Fonte: Popular Science, PLOS
Immagine: YouTube
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