A Milano, i ricercatori dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi e dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano, hanno scoperto un biomarcatore utile all’individuazione della grave malattia invalidante, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).
La SLA è una malattia degenerativa che porta alla progressiva paralisi della muscolatura. In Italia ha un’incidenza di 2 mila nuovi casi ogni anno (dati EURALS Consortium riportati da Tgcom 24).
La SLA colpisce più di 6 mila persone in Italia. Inoltre, è tra le patologie che richiedono tempi lunghi per arrivare a una diagnosi e all’accesso ai trial clinici dei pazienti. Ma, attraverso una tecnica innovativa, i ricercatori hanno individuato nella saliva un biomarcatore utile alla diagnosi precoce di questa malattia.
Si è ricorsi alla spettroscopia Raman. ” Quetsa è una tecnica innovativa in ambito bioclinico, presente da tempo nel LABION. La tecnica è basata sull’utilizzo della luce laser per studiare la composizione chimica di campioni complessi come la saliva. Si tratta di un metodo non distruttivo, che dà risposte in tempi brevi. Non richiede particolari condizioni per l’esecuzione della misura” spiega la dottoressa Marzia Bedoni, che guida il progetto.
Il progetto dei due Istituti è stato ideato e coordinato dal Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica (LABION) dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi di Milano. In collaborazione con l’Unità di Riabilitazione Intensiva Polmonare dello stesso IRCCS, diretta dal dottor Paolo Banfi. Responsabile dello studio, finanziato dal Ministero della Salute e pubblicato su “Scientific Reports” , è il dottor Cristiano Carlomagno, ricercatore “Don Gnocchi.
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