Con l’arrivo dell’estate si rende necessario limitare gli accessi in Ps (foto). Il presidente dell’Ordine, Nicola Colamaria, ha inviato una lettera sul tema ai vertici dell’Ausl Romagna e ai sindaci di Rimini e Riccione, rimarcando la necessità di investire sulle competenze infermieristiche. Di seguito il testo integrale.
L’estate è alle porte e il numero di persone che hanno necessità di assistenza sanitaria è destinato a incrementarsi ulteriormente, mentre le note problematiche legate al pronto soccorso potrebbero acuirsi con riflessi tangibili anche sulla qualità dell’assistenza erogabile. Questo Ordine professionale ritiene che la professione infermieristica possa garantire il proprio tangibile contributo in questa delicata fase, che vede i dipartimenti di emergenza in severa sofferenza, proprio nel periodo di maggiore stress legato all’elevato afflusso turistico.
Il Sistema di emergenza-urgenza territoriale 118 della Provincia di Rimini possiede un valore professionale intrinseco raramente riscontrabile in sistemi simili a livello nazionale. Attualmente nella provincia di Rimini sono in servizio 18 ambulanze in orario diurno e 12 in orario notturno, tutte con infermieri a bordo, gran parte dei quali specialisti in emergenza-urgenza.
Questo lungimirante modello organizzativo, sorretto interamente da professionisti e voluto fortemente dall’Azienda Usl della Romagna, consente al Sistema 118 della Provincia di Rimini di garantire ottime performance nel trattamento delle patologie cosiddette tempo-dipendenti, come il trauma, l’infarto, l’ictus. L’infermiere dell’ambulanza, forte delle proprie competenze e con il supporto delle tecnologie in dotazione, ha la possibilità di confrontarsi in tempo reale con i medici specialisti delle diverse discipline per inserire la persona nel corretto percorso di cura e indirizzarla al giusto ospedale, anche con il supporto del medico d’emergenza dell’automedica, quando necessario.
I dati disponibili ci dicono anche che una parte significativa degli interventi del 118 sono classificati come codici 1 (codice verde del pronto soccorso), rispetto ai quali non esiste allo stato attuale un’alternativa all’accesso al pronto soccorso. Di qui la necessità di sviluppare un’ulteriore sinergia tra le professioni e le organizzazioni per creare percorsi ad hoc a beneficio degli utenti che, sottoposti a valutazione di triage da parte dell’infermiere del 118, possono essere presi in carico dal medico di famiglia o dal medico di continuità assistenziale (ex guardia medica) con l’obiettivo di ridurre ulteriormente, quando possibile, gli accessi in pronto soccorso, principalmente durante gli orari notturni e nei festivi.
Costruito il percorso e condivisi i ruoli, la valutazione sanitaria garantita a domicilio dall’infermiere del 118 si potrebbe concretizzare, come avviene peraltro in caso di infarto, ictus e trauma, con un confronto con il medico di riferimento (in questo caso quello di famiglia o della continuità assistenziale), che potrebbe tradursi in una teleconsulenza, in una visita medica a domicilio con un’eventuale prescrizione farmacologica o richiesta di consulenza specialistica, oppure nel trasporto al pronto soccorso.
Il Sistema 118 della Provincia di Rimini, che ha da sempre investito sulla professione infermieristica, è perfettamente in grado, in sinergia con la componente medica, di fornire una risposta alternativa al pronto soccorso per le urgenze minori, che – giova ricordarlo – rappresentano una percentuale non trascurabile degli utenti che richiedono l’intervento del 118 e che affollano poi le sale d’attesa.
Inevitabile, ad avviso dello scrivente, la soluzione adottata dall’Azienda Usl della Romagna di chiedere il supporto dei medici ospedalieri per il pronto soccorso, ma la direzione deve essere quella di creare valide e sostenibili alternative territoriali al pronto soccorso, anche investendo sulle competenze infermieristiche che il Sistema 118 riminese già esprime, nelle more dell’implementazione della centrale operativa 116117 come risposta alle richieste di soccorso a bassa priorità/intensità di cura.
Redazione Nurse Times
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