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Sindrome di Wolff-Parkinson-White (WPW): cos’è e come si cura

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Sindrome di Wolff-Parkinson-White (WPW): cos'è e come si cura
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Introduzione

La sindrome di Wolff-Parkinson-White è una malattia in cui è presente, sin dalla nascita, una via accessoria tra gli atri e i ventricoli. I pazienti possono presentare episodi di battito cardiaco molto accelerato.

  • La maggior parte dei pazienti è consapevole dei battiti cardiaci (palpitazioni) e alcuni lamentano debolezza o respiro affannoso.
  • L’elettrocardiogramma serve a porre la diagnosi.
  • Generalmente, gli episodi possono essere risolti con manovre volte a stimolare il nervo vago, che rallenta la frequenza cardiaca.

Tale sindrome è la più comune tra i vari disturbi che interessano una via elettrica extra (accessoria) tra gli atri e i ventricoli. (Tali disturbi possono produrre tachicardie sopraventricolari reciprocanti atrioventricolari.) La via accessoria rende più probabile lo sviluppo di anomalie del ritmo cardiaco (aritmie).

La via anomala che causa la sindrome di Wolff-Parkinson-White è congenita, ma le aritmie da essa provocate solitamente si manifestano solo durante l’adolescenza o all’inizio dei vent’anni. Tuttavia, le aritmie possono verificarsi durante il primo anno di vita o dopo i 60 anni d’età.

Sintomi della sindrome di WPW

La sindrome di Wolff-Parkinson-White è una causa frequente di tachicardia parossistica sopraventricolare. Molto raramente, questa sindrome causa una frequenza cardiaca estremamente rapida e potenzialmente letale durante la fibrillazione atriale.

Se i bambini sviluppano delle aritmie dovute a questa sindrome, possono mostrare respiro affannoso, sonnolenza, perdita dell’appetito o presentare pulsazioni del torace rapide e visibili. Può insorgere insufficienza cardiaca.

In genere, quando gli adolescenti o i soggetti prima dei 25 anni lamentano un’aritmia dovuta a questa sindrome, essa si presenta sotto forma di palpitazioni, che iniziano improvvisamente, spesso durante l’esercizio fisico. Possono durare solo alcuni secondi, come anche persistere per molte ore. Per la maggioranza dei pazienti, una frequenza cardiaca molto accelerata è fastidiosa e preoccupante. In qualche caso subentra lo svenimento.

Quando gli episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare da sindrome di Wolff-Parkinson-White si manifestano in età più avanzata, di solito causano un numero superiore di sintomi, quali svenimento, respiro affannoso e dolore toracico.

Fibrillazione atriale e sindrome di Wolff-Parkinson-White

La fibrillazione atriale può essere particolarmente pericolosa per i soggetti con sindrome di Wolff-Parkinson-White. La via accessoria può condurre gli impulsi rapidi verso i ventricoli, con una frequenza molto più veloce rispetto a quella del percorso normale (attraverso il nodo atrioventricolare). Il risultato è una frequenza ventricolare estremamente rapida e potenzialmente letale. Il cuore non solo è poco efficiente quando batte in modo così rapido, ma una frequenza cardiaca così veloce può anche trasformarsi in fibrillazione ventricolare, letale qualora non trattata rapidamente.

Diagnosi della sindrome di WPW

  • Elettrocardiogramma

Poiché la sindrome di Wolff-Parkinson-White modifica le modalità di attivazione elettrica nel cuore, può essere diagnosticata mediante elettrocardiogramma (ECG), che registra l’attività elettrica del cuore.

Trattamento della sindrome di WPW

  • Manovre e farmaci per convertire il ritmo cardiaco
  • Talvolta ablazione

Episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare dovuti alla sindrome di Wolff-Parkinson-White possono essere spesso risolti mediante una delle varie manovre che stimolano il nervo vago e riducono quindi la frequenza cardiaca. Le manovre sono

  • Sforzarsi come se si facesse fatica a defecare
  • Sfregare il collo appena sotto all’angolo mascellare (per stimolare una zona sensibile dell’arteria carotide detta seno carotideo)
  • Mettere il viso in una ciotola di acqua gelata

Tali manovre sono più efficaci subito dopo l’inizio dell’aritmia.

Qualora esse si rivelino inefficaci, vengono solitamente somministrati per via endovenosa farmaci come verapamil o adenosina per arrestare l’aritmia. La terapia con farmaci antiaritmici può quindi essere continuata a oltranza, per prevenire nuovi episodi di tachiaritmia

Normalmente, nei neonati e nei bambini più piccoli di 10 anni, la digossina può essere somministrata per sopprimere gli episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare, dovuti a Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Tuttavia, gli adulti affetti da tale sindrome non devono assumere digossina, perché questa può facilitare la conduzione lungo la via accessoria e aumentare il rischio che una fibrillazione atriale causi una fibrillazione ventricolare. Per tale ragione, la somministrazione di digossina viene, solitamente, interrotta prima che i soggetti affetti dalla sindrome raggiungano la pubertà.

Ablazione

La parziale distruzione della via accessoria mediante ablazione con catetere (erogazione di energia usando onde radio, impulsi laser o una corrente elettrica ad alta tensione o congelamento attraverso un catetere inserito nel cuore) ha successo in oltre il 95% dei casi. Il rischio di morte durante tale procedura è inferiore a 1 caso su 1.000. L’ablazione risulta particolarmente utile nei pazienti giovani che, altrimenti, potrebbero essere costretti ad assumere farmaci antiaritmici per tutta la vita.

Redazione NurseTimes

Fonte: Manuale MSD

Immagine: www.policlinicogemelli.it

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