Le parole del sottosegretario di Stato al Ministero della Salute Pierpaolo Sileri hanno fatto ben sperare moltissimi italiani in vista della prossima estate. Riportiamo di seguito quanto dichiarato dal medico e accademico durante un’intervista su Radio Capital.
È lo stesso crollo che si è visto nel Regno Unito all’inizio di maggio. È il segnale tanto atteso?
«Quello delle vittime è sempre l’ultimo dato in discesa e si mantiene alto anche quando la situazione è in deciso miglioramento. Fino a tre settimane fa la circolazione del virus era ancora sostenuta e sopra i 70 anni non c’era una copertura vaccinale soddisfacente. Ci aspettiamo che nel giro di 2-3 settimane le vittime diminuiranno in modo ancora più sensibile. I più fragili sopra gli 80 anni e i 70 sono stati protetti».
Da noi la copertura vaccinale potrebbe andar meglio?
«Negli ultimi giorni c’è stata un’accelerazione impressionante. In due settimane gli italiani che hanno ricevuto la prima dose sono passati da 18 a 23 milioni, da 8 a 12 milioni i totalmente immunizzati. L’adesione degli ultra 60enni purtroppo va a rilento. Bisogna cercarli, convincerli, raggiungerli. La strategia del vaccino sotto casa può essere vincente».
A cosa attribuisce la loro esitazione?
«Il vaccino AstraZeneca tiene ingiustificatamente lontane tante persone. Gli eventi avversi gravi di trombosi sono rarissimi. Il rischio è maggiore sottoponendosi a un esame di risonanza magnetica con mezzo di contrasto: purtroppo un morto ogni milione».
Come convincere gli obiettori?
«Gli open day organizzati in varie Regioni sono la strada giusta. Oltre a una campagna di sensibilizzazione dedicata. È un vero peccato non utilizzare queste dosi o addirittura buttarle via».
Dal 3 giugno si apre ai giovani. Che prevede?
«Temo che i giovanissimi mostreranno una certa riluttanza. Dagli Stati Uniti arrivano segnali non incoraggianti. I giovani hanno la percezione che il virus non ci sia più, sanno di non ammalarsi ed è comprensibile che siano refrattari. Anche loro vanno convinti facendo leva sul green pass, la svolta.»
In che modo?
«La carta verde servirà per andare in discoteca all’aperto e viaggiare in libertà. I vaccinati saranno muniti di un documento per entrare, valido nove mesi. Ben diverso dall’obbligo di presentare l’esito negativo del tampone».
Il Sars-CoV-2 però non molla la presa e cerca di riprendere campo sotto le vesti di nuove mutazioni. La variante indiana è una minaccia per l’Italia?
«Da noi l’1% dei casi sono dovuti alla variante indiana, quindi la minoranza, eppure qualcuno se l’è presa. Se vogliamo evitare il pericolo di prenderla tre sono le soluzioni: vaccinazione, mascherina e distanziamento. Anziché spaventarci, teniamo presenti queste tre regolette».
In piena estate la pandemia sarà un ricordo sfocato?
«La situazione è nettamente migliorata e ancora migliorerà. Mi auguro però che la gente non dimentichi quello che abbiamo passato. I virus sono microbi infidi. Senza l’uomo non vivono e le escogitano di tutte per continuare a diffondersi. Non bisogna rilassarsi».
Lo dice proprio lei, il primo ad aver parlato di addio alla mascherina?
«E lo ridico. La mascherina potrà essere abbandonata nei luoghi all’aperto e al di fuori degli assembramenti quando avremo 30 milioni di vaccinati con una dose e 20 milioni con la seconda. Quindi ci siamo. La seconda metà di luglio potrebbe essere il periodo giusto».
In più occasioni lei ha avuto a che ridire col comitato tecnico scientifico. Ora i rapporti sono sereni?
«Mai problemi con i nuovi interlocutori nominati dal governo Draghi. Ogni scelta viene fatta in linea con le loro indicazioni. Ha letto il protocollo di sicurezza per i matrimoni? Abbiamo salvato anche la felicità agli sposi».