Il device, ideato da una società britannica e testato al Covid Hospital di Boscotrecase, è in grado di individuare il virus dall’esalato.
Un dispositivo portatile per la rilevazione del SARS-CoV-2 potrebbe presto sostituire gli invasivi tamponi antigenici e molecolari perché in grado di individuare la presenza del virus dall’esalato, ossia dall’aria espirata dal nostro corpo per un minuto di tempo. Si tratta di una tecnologia appartenente a una società britannica che opera nel settore dei marcatori biologici raccolti in EBC (Exhaled Breath Condensate).
Tale società ha scelto l’Irccs Maugeri di Telese Terme (Benevento) e il team di Mauro Maniscalco, primario dell’Unità operativa di Pneumologia riabilitativa, per effettuare la sperimentazione del device. Maniscalco e i suoi collaboratori hanno testato il dispositivo su oltre 100 pazienti del Covid Hospital di Boscotrecase (Napoli), dell’Asl Napoli 3 (primario Francesco Stefanelli), in collaborazione con l’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli (responsabile Andrea Motta), e ora hanno sottoposto la ricerca ad alcune importanti riviste scientifiche internazionali.
“Il dispositivo – spiega Maniscalco – è in grado di rilevare la presenza o assenza del virus nel respiro di soggetti, sia positivi sia negativi, sintomatici e asintomatici, tramite un sensore elettrochimico che potrebbe essere presto destinato alla produzione di massa per soddisfare le esigenze di screening a livello globale”. I maggiori punti di forza dello strumento sono la rapidità di raccolta del campione e di analisi e la non invasività (“Un test capace di offrire un risultato in circa otto minuti”), nonché la facilità d’uso (“in quanto il campione non richiede nessuna ulteriore pratica di laboratorio e il risultato è immediato”) e la portabilità del dispositivo, (“che lo rende utilizzabile in ogni luogo”).
Redazione Nurse Times
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