Ospedaletto di provincia dove in un giorno di follia da DEA qualunque, qualcuno ha fotografato uno spaccato di assistenza quotidiana, grave, inguardabile, ma reale e neppure tanto improbabile (VEDI).
Ovunque finiscono barelle, letti, lenzuola.
Ovunque ci sono ore di attesa dentro il DEA che triage dopo triage accolgono chiunque varchi la porta di una terra sempre più di nessuno.
Eppure qualcuno c’è, sempre, e sono medici ed infermieri.
Oggi la cronaca racconta di pazienti allettati sul pavimento e di soccorrittori inginocchiati a… soccorrere appunto, non assistere, soccorrere soprattutto un sistema di emergenza andato in tilt.
Eroi? No, lavoratori e professionisti responsabili, capaci di adattarsi alle emergenze, non fighettini abituati al fonendoscopio al collo.
Ma lavoratori messi in ginocchio comunque, piegati e piagati da un malessere che non salva più nessuno, i pazienti soprattutto.
Se poi aggiungiamo alcune dichiarazioni infelici di giornalisti (VEDI) che dalla TV di Stato screditano gli operatori sanitari davanti all’opinione pubblica, definendo gli infermieri come una classe di lavoratori “imboscati negli uffici”, assimilati ai netturbini (con tutto il rispetto per questa ed ogni professione) che anzichè ramazzare fanno fotocopie….il vero danno parte proprio dall’immagine che diamo di noi ogni qualvolta ci inginocchiamo alle richieste improprie dei nostri dirigenti!
Dal basso le cose grandi si vedono meglio.
E noi, con permesso, oggi ci alziamo.
Laura Binello
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