Gentile Direttore di NurseTimes,
sono un’infermiera di un pronto soccorso della città di Napoli, volevo condividere con voi questo mio pensiero, perché nonostante le infinite criticità della nostra professione, ho comunque lasciato spazio ai sentimenti. Cosa che consiglio soprattutto ai miei futuri colleghi.
Spero possiate diffondere il verbo.
Pronto soccorso. Oggi.
Ho avuto il privilegio di assistere un paziente “end stage” nelle sue cure palliative di fine vita.
E voi pensereste “perché dovrebbe essere un privilegio essere presenti ad una cosa così decisamente triste?”
Perché aiutare una persona ad affrontare l’ultimo viaggio della sua vita con dignità significa preservarne l’umanità ed essere un professionista sanitario significa molto spesso, nascondere le proprie lacrime per riuscire in uno sguardo a comunicare semplicemente “IO CI SONO”.
E questo, per fortuna, neanche il Covid-19 e le mascherine sono riusciti a togliercelo.
E in un momento della vita dove si pensa di non avere più il tempo c’è chi il tempo lo trova, te lo mostra e, silenziosamente, ti accompagna. Questo siamo noi.
Noi… quella categoria di lavoratori che io definisco “PRIVILEGIATI”, perché abbiamo il privilegio di guarire il cuore, il corpo, la mente e soprattutto l’anima dei nostri pazienti, delle loro famiglie… e Ahimè, molto spesso anche di noi stessi.
Non so quanto tempo resterà al paziente in questione, ma non dimenticherò mai i suoi occhi e la risposta alla mia domanda “a cosa sta pensando?”
“Io l’ho capito cosa sta succedendo – risponde – ma io sono tranquillo e mi affido al volere del signore… intanto però ringrazio la medicina perché ha creato un modo per non far soffrire, anche a persone come me, che resta molto poco. E non sto parlando dei farmaci, ma di voi”.
Oggi è ufficialmente un anno dall’inizio della mia carriera.
Oggi è un anno trascorso con la paura di sbagliare, ma è un anno che mi ha incoraggiata ad osare ed a riconoscermi davvero, con le mie forze e con le mie estreme debolezze. Oggi è il primo anniversario di una delle scelte migliori che potessi fare. Il mio lavoro.
Ed oggi una cara persona mi ha detto: “ci si nasce con la passione della medicina d’urgenza” ed è estremamente vero.
Cerbone Serena
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