Segnaliamo l’interrogazione a risposta scritta (4-08900) presentata da ALESSANDRA BENCINI in data martedì 9 gennaio 2018, nella seduta n.923 ai Ministri della difesa e della salute
Premesso che:
- nel corso dell’anno 2012, un maresciallo infermiere, a seguito di alcune analisi condotte già dall’anno precedente sulla potabilità dell’acqua a bordo della nave “Caio Duilio” della Marina militare ove il medesimo svolgeva il proprio servizio, segnalava la presenza di sostanze contaminanti e cancerogene, nello specifico trialometani e idrocarburi, disciolte nell’acqua destinata al consumo. In particolare, la problematica per la salute umana riguardava l’acqua autoprodotta a bordo dell’imbarcazione con dei dissalatori e destinata, dunque, ad essere ingerita dal personale;
- a seguito delle segnalazioni, invero, venivano svolte indagini dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure, le quali confermavano la non conformità dell’acqua “per uso umano” a causa della presenza delle sostanze cancerogene. Successivamente, veniva depositata un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, volta a conoscere lo stato di efficienza degli impianti di potabilizzazione, la tipologia e la frequenza dei controlli delle acque impiegate sia per uso lavanda che per scopi alimentari a bordo delle unità navali militari di ultima generazione, alla quale, non certo casualmente, seguivano l’interruzione della prassi dell’acqua autoprodotta ed opere di manutenzione. Tuttavia, le risposte pervenute si sostanziavano nella semplice rassicurazione circa la disponibilità di idonei laboratori militari certificati così come nella non necessità di ulteriori e specifiche informazioni o comunicazioni in merito ai rischi derivanti dalla contaminazione dell’acqua;
considerato che:
- nel marzo 2015 il comando della squadra navale della forza armata (CINCNAV) eseguiva ulteriori accertamenti, presso laboratori esterni o convenzionati in quanto nella sede di La Spezia non disponeva delle idonee attrezzature di laboratorio per le analisi delle acque, che confermavano nuovamente come i marinai imbarcati sulle unità navali della Marina militare venissero costantemente esposti a fattori di rischio per la salute. Di conseguenza, venivano depositati altri atti di sindacato ispettivo sulle eventuali violazioni delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e, quindi, circa la responsabilità del datore di lavoro in merito al rischio a cui era stato sottoposto il personale militare che aveva prestato e prestava servizio sulle navi della Marina militare. Nonostante ciò, le risposte pervenute da parte dei Ministeri della difesa e della salute si palesavano ancora una volta insoddisfacenti. Ancora ad oggi, pertanto, i dubbi sulla vicenda restano tali;
- inoltre, dalla stampa si apprende di come il maresciallo infermiere sia stato rinviato a giudizio, per il reato contro il servizio militare (rivelazione di comunicazioni), per aver rivelato il contenuto degli accertamenti condotti sulla potabilità dell’acqua utilizzata a bordo della nave in cui prestava servizio. A giudizio degli interroganti, una notizia di tal genere lascia del tutto interdetti sotto ogni punto di vista. In primis, basti pensare al ruolo che svolge l’infermiere a salvaguardia della salute. Al contempo, ci si chiede come possa non essere garantita dall’ordinamento una tutela adeguata ai lavoratori che segnalano reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza per ragioni di lavoro,
si chiede di sapere:
- se i Ministri in indirizzo intendano rendere noti i risultati delle analisi realmente condotte sulla potabilità dell’acqua utilizzata a bordo delle navi della Marina militare al fine di un’accurata valutazione dei dati;
- quali iniziative intendano intraprendere per garantire il buon andamento dei controlli di qualità, sia interni che esterni, effettuati dai laboratori;
- se intendano tutelare il maresciallo infermiere coinvolto nella vicenda affinché il medesimo non venga sottoposto ad alcuna misura che abbia effetto negativo sulle sue condizioni di lavoro.
Interrogazione che vede tra i firmatari l’on. Maurizio ROMANI (Italia dei Valori).
La Redazione di NurseTimes vi aggiornerà sugli sviluppi di questa interrogazione.
Randolfi Massimo
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