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Semeiotica del respiro in pills

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Il respiro è quell’atto fisiologico che consente al nostro organismo di effettuare scambi gassosi con l’esterno ed incamerare Ossigeno, indispensabile perle funzioni vitali. La funzione respiratoria è possibile suddividerla nella fase polmonare (ove l’aria, che è una miscela di gas, raggiunge gli alveoli); fase ematica (in cui i gas incamerati con l’ inspirazione si scambiano con la fitta rete di capillari che avvolgono gli alveoli); fase tissutale (ossia la fase in cui l’aria, e nella fattispecie l’ossigeno, passa dal circolo ematico ai tessuti).

Il respiro si realizza grazie al coordinamento della muscolatura toracica e talvolta con la recluta di muscoli accessori: lo sternocleidomastoideo ad esempio interviene nella fase inspiratoria, mentre nella espiratoria intervengono prevalentemente i muscoli addominali.

In condizioni patologiche la muscolatura accessoria pocanzi indicata diventa ipertrofica e , soprattutto quella del collo, palesemente tesa.

Il respiro può essere descritto in funzione del ritmo, della tipologia, della frequenza e del volume di aria incarcerato.

La tipologia del respiro, quando è caratterizzata da attivazione di muscoli costali è detta respirazione costale (o toracica) ed è peculiarità delle donne e bambini. Il respiro mentre lo chiameremo diafammatico, tipica dell’uomo, perché il muscolo prevalentemente coinvolto è il diaframma.

Nota bene! Il respiro cotale nell’uomo si può verificare in condizioni morbose nel momento in cui il diaframma non riesce ad effettuare una escursione efficace e ciò succede nelle pleuriti, splenomegalie, epatomegalie o cardiopatie flogistiche con ipertrofia miocardica. Il respiro costale lo si può riscontrare anche nel caso di aumento abnorme della pressione endoaddominale (peritonite, ascite, neoplasia ), può succedere che il nervo afferente al diaframma, il nervo frenico, venga obliterato per un motivo iatrogeno o traumatico e il diaframma di conseguenza non funzioni più correttamente.

Addirittura nel caso di lesioni alte si potrebbe verificare un respiro costale, come avviene negli enfisematosi.

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L’esame obiettivo  degli atti respiratori permette un corretto orientamento assistenziale e l’assegnazione al setting organizzativo più idoneo, infatti rientri in fase inspiratoria non si notano, tranne che in patologie. Il segno di Litten, ossia un rientro monolaterale delle ultime coste, ne è l’esempio. Così come patologico è un rientro del giugulo.

Il frequenza del respiro, così come detto in un precedente articolo “Semeiotica e polso arterioso: qualità e valutazione“, varia in funzione di qualità dello sviluppo dei muscoli deputati al respiro, dell’adipe addominale e toracico, dell’età, degli stati morbosi, del sesso e della qualità e quantità dello sforzo fisico.

Nel caso di un sforzo eccessivo (sport…..) il cosiddetto volume corrente (ossia l’aria ventilata con un normale atto respiratorio) aumenta, e con l’aumentare del volume corrente aumentano gli atti respiratori (e di definisce il quadro di polipnea).

La ventilazione polmonare rappresenta il prodotto tra la frequenza respiratoria e il volume corrente e ha come unità di misura i litri al minuto (l/min).

Si parla di respiro eupnoico quando gli atti respiratori sono compresi tra i 12 e i 20 al minuto.

Solitamente il ritmo respiratorio in condizioni fisiologiche è costituito da una fase inspiratoria, una pausa brevissima, una fase espiratoria, seguita da un’altra fase di breve apnea. In caso di patoligie si parla di respiri patologici e il ritmo risulta essere compromesso. Ad esempio quando si ha un respiro caratterizzato da atti respiratori ampi e con successivo loro decremento si parla di RESPIRO DI CHYNE STOKES. Quando invece si ha un respiro rumoroso in fase inspiratoria, con fase espirazione breve e pausa di fine espirazione molto prolungata (che supera 1/5 della durata complessiva dell’intero atto respiratorio), si parla di RESPIRO DI KUSSMAUL ovvero caratteristico di condizioni di acidosi metabolica. Se invece il respiro è normale ma i periodi di apnea, soprattutto di fine espirazione, sono lunghi si parla di RESPIRO DI BIOT: è una condizione clinica severa in quanto è espressione di grave compromissione e/o sofferenza del centro del respiro. Uno stress del centro del respiro può anche manifestarsi con mancata coordinazione tra muscolatura frenica e costale ed in tal caso parleremo di respiro di GROCCO ATASSOCINETICO ( detto anche respiro dissociato).

CALABRESE Michele

Sitografia e Bibliografia:

Allegato Fondazioneluvi

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