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Storie di ordinaria follia: gli infermieri ai tempi della crisi

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Un ruolo da protagonista: l'infermiere strumentista di cardiochirurgia 1
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…di Anna di Martino

Ormai è cosa nota, talmente risaputa che non fa più nemmeno notizia. Parlo della crisi che investe il Sistema Sanitario tutto. Negli ospedali il personale manca, i malati sono tanti, i posti letto ridotti e, di contro, le risorse economiche scarseggiano!

Bene (si fa per dire), siamo tutti d’accordo che il panorama sanitario italiano sia questo, nonostante le dovute eccezioni riferite a realtà virtuose!

Ciò che, però, non tutti conoscono, è lo spaccato reale, il vissuto quotidiano degli operatori sanitari che giornalmente devono destreggiarsi in questa spinosa giungla fatta di innumerevoli richieste senza, di contro, possedere le adeguate “protezioni” necessarie per affrontarla!

Forse non tutti sanno come si possa tradurre, nel quotidiano di un Infermiere, le premesse sopra elencate. Anzi, cosa ancora peggiore, solo gli addetti ai lavori, i diretti interessati, gli Infermieri e solo loro  possono comprendere la questione!

Noi Infermieri testiamo, sulla nostra pelle,  come ci si ritrovi ad avere vita e tempo libero invasivamente compromessi a causa di turni massacranti a discapito del nostro benessere! Proprio noi che siamo i Professionisti della salute, noi che siamo i garanti della buona assistenza! Vi sembra un paradosso? Beh, se non vi sembra…lo è! Siamo in emergenza…La categoria è in grave crisi! Ci sono una marea di disoccupati e nelle strutture il personale “scoppia”C’è qualcosa che non va! Anzi, decisamente più di qualcosa.

Questo è un sistema gestionale che fa acqua da tutte le parti, non soddisfa i bisogni della collettività e tantomeno degli operatori! E’ tutto da rifare anche dal punto di vista culturale. Dove arriva l’interesse economico e dove comincia la tutela dei professionisti? Il baricentro è completamente spostato a danno del secondo!

Non riesco a comprendere come si possa essere arrivati a questo punto e come si possa continuare a permettere che questi scempi vengano perpetrati…E’ giusto che l’opinione pubblica sappia cosa voglia dire essere in carenza di risorse umane in un ambito così delicato come quello della salute! Molto probabilmente non sono state fatte le giuste valutazioni non avendo mai coinvolto gli addetti ai lavori!

Nel caso specifico di una sala operatoria possiamo osservare come l’alta complessità delle prestazioni erogate, richieda una parallela alta professionalità delI’Infermiere. Uno Strumentista, così si chiama l’Infermiere specializzato che fa parte dell’equipe operatoria chirurgica, è un professionista laureato (come tutti gli Infermieri) e masterizzato (nella maggior parte dei casi) che si è formato e si aggiorna continuamente per attuare tecnicamente la propria mission nell’equipe chirurgica, su un tavolo operatorio,  durante un intervento chirurgico. La complessità varia in base alla patologia da trattare ed al tipo di tecnica che il chirurgo adotta ed è  correlata alla specialità chirurgica. Nel caso della cardiochirurgia la complessità del paziente e della specialità in sé, fanno sì che le performance chirurgiche risultino estremamente complesse ed articolate. Tradotto in parole povere: interventi lunghi e complicati!

A questo punto si comincia ad evincere come l’alto livello di stress e di impegno fisico ed intellettivo a cui siamo sottoposti, dovrebbe comportare quantomeno l’essere messi in condizione di poter lavorare nel migliore dei modi possibili, quindi agevolati piuttosto che ostacolati! Giusto, direte voi! E no invece!!! Proprio qui sta il punto focale! Proprio qui sta il paradosso, l’assurdo, la distorsione! Il problema è proprio qui: la comprensione da parte dell’opinione pubblica ed anche di chi (cosa molto più grave!) è chiamato a decidere delle nostre sorti!

Già…ma che ne sanno di cosa voglia dire correre a perdifiato per aprire una sala operatoria per salvare una vita? Che ne sanno di cosa voglia dire stare ore ed ore su quel tavolo operatorio (insieme a tutta l’equipe) ore ed ore, notte e giorno? Che ne sanno di cosa voglia dire essere reperibili di notte per le emergenze percependo misere 16 euro nette per 12 ore di disponibilità? Che ne sanno di tariffe non aggiornate da 30 anni e di mancato riconoscimento economico per una responsabilità che nessuno mai si prenderebbe per queste cifre? Che ne sanno tutti di week end interi passati dentro dopo aver lavorato l’intera settimana con altre reperibilità notturne (e relative emergenze) e doverne ricominciare un’altra uguale e poi un altro week end e poi un’altra settimana??? Vi gira la testa???

Anche a noi, ve lo posso assicurare! Vi posso assicurare che dopo aver concluso fino a 12 ore di lavoro in queste condizioni, non sei più buona nemmeno a dare due passi! Invece il giorno dopo: andale! Forza e coraggio!!!

L’Infermiere è un professionista, l’infermieristica è una scienza…Questo ci insegnano all’Università ed è questo che devono capire tutti! Al Professionista va riconosciuta la sua dignità intellettuale ed, in quanto tale, va messo in condizione di svolgere la propria professione quantomeno in sicurezza, visto che la sicurezza del paziente è quella che dobbiamo garantire!

Noi siamo stufi…Tutti quanti! Noi che siamo in trincea non ne possiamo più! Siamo stufi di lavorare in condizioni precarie, siamo stufi di subire decisioni scellerate, tagli alle spese, del mancato riconoscimento economico e sociale, stufi delle orecchie sorde che fanno finta di ascoltarci e delle innumerevoli responsabilità che abbiamo attribuite senza, di contro, i minimi requisiti per lavorare in sicurezza! Senza Infermieri non c’è salute e questo sistema di cose non porterà a nulla di buono!

Pensateci…Pensateci tutti!

Un sorriso stanco… Anna.

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