La legge prevede che uno o più insegnanti possano fare lezione al ragazzo durante il periodo di ricovero.
Quando uno studente deve essere sottoposto a cicli di cura periodici o deve rimanere in una struttura sanitaria per almeno 30 giorni di fila a causa di una grave malattia, è suo diritto continuare a frequentare la scuola. Lo si può fare attivando la “scuola in ospedale”, prevista dalla legge del 1997: uno o più insegnanti potranno fare lezione allo studente durante il periodo di ricovero.
Secondo i dati forniti dal ministero dell’Istruzione, oggi esistono 167 sezioni ospedaliere in tutta Italia che vedono coinvolti 765 docenti. Nell’anno scolastico 2015-2016 hanno usufruito del servizio 62.204 studenti, di cui 4.400 della scuola secondaria di II grado. Per ottenere le lezioni in ospedale non si deve presentare alcuna richiesta: la procedura si attiva in automatico.
Ogni ospedale pediatrico ha infatti un referente che, tramite i dati sui ricoveri, individua i bambini in età scolare che potrebbero averne bisogno. Una volta ricevuta la conferma di partecipazione dalla famiglia del paziente, viene definito un progetto scolastico personalizzato. Il documento elaborato deve contenere la durata, il numero degli insegnanti coinvolti e le ore di lezione. Dovrà anche essere approvato dalla scuola di provenienza.
Il ministero dell’Istruzione ha dedicato una sezione del suo portale a questo progetto. Si chiama “Scuola in ospedale e istruzione domiciliare”. Le informazioni generiche si trovano su www.miur.gov.it/scuola-in-ospedale-e-istruzione-domiciliare. Per tutti i dettagli si può scrivere a Maria Grazia Corradini ([email protected] – tel. 06.5849.2971) o a Maria Rita Lolli ([email protected] – tel. 06.5849.3605).
Redazione Nurse Times
Fonte: Altroconsumo
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