L’infarto del miocardio è la morte di una parte del muscolo cardiaco (miocardio), dovuta a un’ischemia prolungata, cioè al mancato apporto di sangue e quindi di ossigeno per un periodo di tempo sufficientemente lungo e tale da generare sofferenza e morte cellulare.
L’IMA (Infarto Acuto del Miocardio), ha sintomi specifici come il dolore toracico ed epigastralgia e sintomi aspecifici come stati d’ansia parossistici o improvvisa astenia: l’infarto del miocardio silente (IMS)
Ma in alcuni soggetti, come anziani, diabetici e di sesso femminile, tali sintomi risultano essere minimizzati se non assenti.
La diagnosi in tal caso è affidata a un tracciato elettrocardiografico e al resto della diagnostica strumentale e di laboratorio.
Esiste un semplice Score per diagnosticare l’infarto miocardico nei soggetti diabetici asintomatici.
L’infarto del miocardio silente (IMS) è una condizione comune nei pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 (DM2), associata ad aumentata mortalità e morbilità. Attualmente la tecnica diffusamente validata per la sua diagnosi è la risonanza magnetica (RM) con somministrazione endovenosa di gadolinio, che tuttavia non può essere effettuata su larga scala essendo una metodica invasiva e molto costosa.
In uno studio gli autori hanno analizzato l’accuratezza diagnostica di diversi parametri comunemente valutati nella pratica clinica al fine di sviluppare un test di screening semplice e a basso costo in grado di predire la presenza di un IMS.
Sono stati sottoposti a RM 100 pazienti diabetici, con il riscontro di infarto miocardico in 17 individui. I partecipanti allo studio sono stati inoltre sottoposti ad elettrocardiogramma (ECG), ecocardiogramma e determinazione dei livelli plasmatici di pro-BNP.
Solo 4 dei 17 pazienti con infarto miocardico silente presentava onde Q all’ECG, dimostrando che la presenza di onde “Q” all’ECG ha una bassa accuratezza diagnostica per l’IMS, con una sensibilità del 24% e una specificità pari al 93%.
I soggetti con IMS riscontrato alla RM erano più anziani rispetto ai soggetti senza segni di ischemia miocardica e presentavano valori più bassi del global strain longitudinale (GSL) e del rapporto E/A valutati mediante ecocardiogramma e livelli di NT-proBNP più elevati.
Combinando i 4 parametri suddetti (età >62 anni, GSL ≥-18.4%, rapporto E/A ˂0.79, pro-BNP >29ng/L), gli Autori hanno sviluppato uno score di rischio per IMS dotato di una accuratezza diagnostica più elevata (area sotto la curva ROC =0.823) rispetto a quella dei singoli parametri in esame (p ˂ 0.001). Uno score pari o superiore a 3 presentava una sensibilità e una specificità rispettivamente dell’82% e del 72%.
In conclusione gli Autori di questo studio propongono un metodo semplice e poco costoso, facilmente utilizzabile nella pratica clinica, per riconoscere tra i pazienti diabetici asintomatici coloro che sono a rischio di avere un infarto miocardico silente.
CALABRESE Michele
Sitografia e Bibliografia:
https://www.cardiolink.it: J Clin Endocrinol Metab. 2016 Jun 14:jc20161318. [Epub ahead of print]. Swoboda PP1
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