Un gruppo di ricercatori del Netherlands Institute for Neuroscience (Olanda), in collaborazione con l’Università di Münster (Germania) e l’Università di Turku (Finlandia), ha scoperto un nuovo biomarcatore per la sclerosi multipla grave.
Il relativo studio ha permesso di identificare un tipo di lesione, chiamata “lesione a bordo largo” e associata a un rapido accumulo di disabilità, che può essere rilevata tramite scansioni PET-MRI. Tali lesioni offrono nuovi bersagli terapeutici per rallentare la progressione della sclerosi multipla.
La ricerca olandese contribuirà a una migliore comprensione dei processi molecolari coinvolti nella sclerosi multipla progressiva e potrebbe aiutare nell’assegnazione di nuove terapie ai pazienti.
Full text dell’articolo pubblicato su Nature
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